Ironia del destino o segni dei tempi? il Santo Sepolcro di rischia di chiudere per una bolletta non pagata…

1

 

 

 

 

 

 

 

 

Rischia di chiudere per “morosità”, il santuario del Santo Sepolcro di Gerusalemme! E al di là delle condivisibili considerazioni geopolitiche, che vedono in questo gesto un ricatto del regime israeliano contro il Patriarcato Ortodosso custode del luogo sacro, sembra davvero essere un significativo Segno dei Tempi che il luogo da cui, per i Cristiani di tutto il mondo, é scaturita la LUCE DELLA RESURREZIONE debba spegnersi per …una BOLLETTA! 

Fin dai tempi dell’Impero Ottomano, il Santuario del Santo Sepolcro era esentato dalle bollette; ma adesso, la compagnia israeliana Hagibon, che controlla la distribuzione dell’acqua nella zona di Gerusalemme, vuol chiedere il conto al Patriarcato Greco-Ortodosso: 9 milioni di shekel (1,8 milioni di euro)!

Mettendo da parte le considerazioni geo-politiche, che leggono in questo gesto uno “sgarbo” del regime israeliano contro la Chiesa Ortodossa (a cui, peraltro, appartengono il 90% dei Palestinesi cristiani), sembra davvero un segno quantomai significativo della miseria e della folle banalità di questi nostri tempi che il luogo dove, secondo la fede cristiana, rifulse la Luce della Resurrezione, corra il rischio di “spegnersi” a causa di …una bolletta!

———————————————————————————

FONTE: http://www.ilgiornale.it/news/esteri/santo-sepolcro-rischia-chiudere-troppi-debiti-852361.html

IL SANTO SEPOLCRO RISCHIA DI CHIUDERE PER TROPPI DEBITI

Gerusalemme La chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, per i cristiani luogo della passione e della resurrezione di Cristo, rischia di chiudere i battenti. Questa, secondo il quotidiano israeliano Maariv, la velata minaccia che il Patriarcato Greco Ortodosso della città santa ha fatto al presidente della Repubblica Shimon Peres e al premier Benyamin Netanyahu dopo essersi visto congelare il conto corrente in banca per il mancato pagamento di una bolletta per l’acqua da 9 milioni di shekel (1,8 milioni di euro). La compagnia Hagibon è subentrata nella gestione della rete idrica di Gerusalemme e non intende più rispettare – riferisce il quotidiano britannico Guardian – una sorta di patto non scritto che fin dai tempi dell’impero ottomano esentava il Santo Sepolcro, dove ogni anno si riversa oltre un milione di pellegrini da tutto il mondo, dal pagamento dell’acqua. 
Il segretario generale del Patriarcato non ha voluto commentare l’indiscrezione riportata dal giornale israeliano Maariv, ma ha confermato che la chiesa intende saldare il suo debito, accumulato nel corso di 15 anni, anche se non sarà semplice. Secondo il quotidiano israeliano, la questione dei debiti del Santo Sepolcro rischia, se non sarà gestita con la dovuta attenzione, di «innescare una crisi internazionale». Di cui in Medio Oriente non si sente affatto il bisogno.

 

 

 

Share.

About Author

1 commento

  1. il rapporto fra sacro ed economia è sempre stato fonte di grandi confusioni. Ogni volta che la sacralità deve occuparsi di gestione del territorio o di beni che, in un modo o in un altro, sono “monetizzabili”, accadono conflitti di “competenza”.
    Speriamo che lo stesso problema non esista nel post mortem. Sarebbe imbarazzante trovare un cartello in mano a San Pietro con scritto: ci stiamo trasferendo, causa sfratto!