G.Marletta, “L’Eden, la Resurrezione, la Terra dei Viventi” (Ed. Irfàn)

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Copertina e QuartaIl racconto dell’Eden e la fede nella Resurrezione sono temi essenziali della visione religiosa del mondo, cristiana e monoteista: eppure, mai come oggi la loro comprensione è resa difficile sia a causa del materialismo profano che dello stesso letteralismo religioso. In questo saggio, il tema è affrontato a partire dalla Simbologia, dalla Cosmologia e dalla Metafisica tradizionali: corpo, anima e spirito, individualità e personalità, la “terra” dell’Eden e il “corpo” di Adamo, tempo, atemporalità ed eternità, la caduta e il “serpente”, le condizioni post-mortem e lo shéol, gli inferi e l’inferno, le Dimore di Salvezza e gli “stati intermedi”, la Resurrezione e lo Stato Paradisiaco, l’Ascensione e la Divinizzazione, sono solo alcuni dei argomenti affrontati in questo percorso alla scoperta dello “Stato Umano”.

(Con saggio finale del Prof. Mario Polia sul tema: Morte e resurrezione divina: differenze tra mondo mediterraneo, greco-romano e Cristianesimo)

 

Gianluca Marletta, L’EDEN, LA RESURREZIONE E LA TERRA DEI VIVENTI, Ed. Irfàn

 

Introduzione

– L’Eden e la Resurrezione: Interpretazioni e incomprensioni

– Le moderne “genesi atee”

– Alcuni limiti del linguaggio religioso

– Simbolismo, cosmologia, metafisica

– Uno studio sullo “stato umano”

 

Capitolo primo – Che cos’è l’uomo?  

1.1 – Corpo, anima, spirito

1.2 – La tripartizione dell’uomo nelle tradizioni extrabibliche

1.3 – I Tre Mondi e le loro caratteristiche

1.4 – La perdita di una distinzione

1.5 – L’essere umano alla luce del simbolismo della Croce

1.6 – Individualità contingente, individualità estesa, personalità

 

Capitolo secondo – L’Eden e lo “stato primordiale” dell’umanità

2.1 – L’Eden o la “Terra Vera”

2.2  – Il “corpo” di Adamo

2.3 – Immagine di Dio, compendio del cosmo

2.4 – Il Giardino, i quattro fiumi e i due alberi

 

Capitolo terzo – La condizione umana decaduta

3.1 – La caduta, ovvero la “dualità”

3.2 – Alcune considerazioni sul simbolismo del serpente

3.3 – Il tempo e la morte

3.4  – Shéol o il “paese della polvere”

3.5 – La storia terrena come progressiva decadenza spirituale

 

Capitolo quarto – Le condizioni postume dell’essere umano

4.1 – La condizione spirituale e il momento del trapasso

4.2 – “Le loro opere li seguono”. Il permanere atemporale delle possibilità individuali

4.3 – Giudizio individuale e giudizio universale

 

Capitolo quinto – Gli Inferi e l’Inferno

5.1 – La “discesa agli inferi”

5.2 – L’Inferno e la “seconda morte”

5.3 – I refaìm

5.4 – Gli obòt o il “respiro delle ossa”

 

Capitolo sesto – Le dimore della Salvezza

6.1 – “Le porte degli inferi non prevarranno”

6.2 – Purgatorio, Mytàrstva, Barzakh

6.3  – Le “molte dimore”

6.4 – Considerazioni sul simbolismo dell’Arca di Salvezza e del “seno di Abramo”

 

Capitolo settimo – La Resurrezione e la “Terra dei Viventi”

 7.1 – Le due resurrezioni

7.2 – Il “Giorno della Resurrezione”

7.3 – “Non un capello del vostro capo”. La condizione del Risorto nei Vangeli

7.4 – “…perché erediteranno la terra”

7.5 – La Terra dei Viventi e alcune sue rappresentazioni nella Bibbia e nelle altre tradizioni spirituali

7.6 – La “comunione dei santi”

7.7 – Eden e Gerusalemme Celeste. Paradiso terrestre e Paradiso Celeste

 

Capitolo ottavo – Oltre lo stato umano

8.1 – Il “Cielo della Luna”

8.2 – Stati individuali e stati sovraindividuali

8.3 – Tempo, atemporalità, perpetuità ed Eternità

8.4 – Ascensione, Assunzione, Divinizzazione

 

Appendice – La Resurrezione dei corpi e il mondo intermedio nella tradizione sciita iranica

– Il luogo delle teofanie e delle visioni profetiche

– Dove l’immaginazione diventa corpo

– Il vero senso della “resurrezione del corpo” e la condizione edenica

 

Contributi Bibliografici  

 

Mario Polia, Morte e resurrezione divina: differenze tra mondo mediterraneo, greco-romano e Cristianesimo

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9 commenti

  1. Buongiorno Prof. Marletta,
    il tema è affascinante, volevo leggere questo saggio ma è introvabile! Nemmeno le grandi librerie online lo consegnano …

  2. Come si può avere questo libro?
    Lo sto cercando dappertutto ma risulta sempre esaurito.
    Potete aiutarmi?
    Grazie

  3. Prof. Marletta
    buongiorno!
    Mi complimento vivamente per la Sua pubblicazione e mi farebbe piacere ricevere una Sua newsletter.
    Comunque visitero’ con regolarità il Suo blog per aggiornarmi. Mai come nella nostra epoca in Occidente è diventato incredibilmente difficile alimentare il proprio spirito!
    Grazie!

  4. un libro utile e facile lettura

    ma ho notato dei passi critici come quello di intelletto che per San Tommano sarebbe universale invece lui lo riteneva individuale ,poi il tema dell’identità suprema in tutta la teologia cattolica e ortodossa si parla di partecipazione mai di identità e non dirlo è scorretto inoltre la partecipazione rientra comunque nella Tradizione metafisica se si esclude Guenon come solo interprete possibile , anche basar nella bibbia è sempre l’uomo nella sua totalità e fragilità non la sua ‘scorza’.

  5. Ho comprato e letto attentamente il saggio ma ne sono rimasto assai deluso. Nelle intenzioni, l’autore dichiara di voler far chiarezza sull’origine e il fine ultimo dell’uomo. Purtroppo, al di là delle parvenze, si tratta di un’opera impregnata di gnosticismo. Si ravvisano un indifferentismo religioso, un riduzionismo e una superficialità preoccupanti che invece di fare chiarezza sui temi trattati creano solo confusione. Questo è inevitabile considerando che le sue conoscenze si basano sul lavoro di autori come Guénon e Coomaraswamy i quali sono notoriamente degli esoteristi gnostici. Tra i numerosi errori, inesattezze e falsità, la cosa più odiosa è il tentativo di corroborare le proprie tesi bislacche citando il vangelo e i santi cattolici ma travisandone il senso, dando interpretazioni che sono spesso esattamente l’opposto di quel che essi intendevano. Ora, senza entrare nel merito di ogni questione (ci vorrebbe un altro libro), mi limito a citare un solo brano del libro a titolo di esempio:

    “Le parole «nella casa del Padre mio vi sono molte dimore» [Gv 14:1-3] indica che ci sono già luoghi preesistenti e diversi da quello che va a preparare Gesù per i suoi fedeli. Ciò dimostra inequivocabilmente che molte sono le possibilità di salvezza offerte all’umanità oltre alla manifestazione storica e visibile del Verbo in Gesù, poiché è evidente, al di là di certi riduzionismi confessionali e particolarismi religiosi, che l’azione salvifica del Verbo di Dio non può in alcun modo conoscere limiti di spazio e di tempo”

    Questa interpretazione è del tutto estranea a Gesù il quale, proprio nel capitolo in cui parla delle molte dimore specifica, senza possibilità di fraintendimento: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14:6). Questo concetto è ribadito più e più volte (ad es. Mt 11:27; At 4:12 ecc.). Se, come suggerisce Marletta, Dio avesse preparato tanti paradisi quante sono le religioni, la fede cristiana non avrebbe alcun senso. Non avrebbe senso l’incarnazione del Verbo e nemmeno il comando dato da Gesù ai suoi discepoli: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato» (Mc 16:15-16).

    • Gianluca Marletta on

      «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» si riferisce al LOGOS in quanto tale, che é universale, eterno e trascende ogni sua manifestazione (foss’anche la più perfetta e piena). Ogni manifestazione del LOgos é “via, verità e vita”.

    • Avendo scelto, per ragioni che qui sarebbe forse un po’ lungo spiegare, di usare come distintivo dei miei commenti un nome paradossale come “Anonimo”, sembrerebbe che non mi possa troppo lamentare se qualcun altro decide, all’improvviso, di usare la stessa “firma” per un commento. E in fondo non ci sarebbe nulla di male, in sé, ed essendo già capitata una volta sola la cosa su questo blog, non sono nemmeno intervenuto, in quanto non credo di dover difendere paternità o identità di qualche tipo. Devo, comunque, fare almeno notare che utlilizzare il termine “Anonimo” con la maiuscola, non è esattamente la stessa cosa che farlo con la minuscola, che potrebbe sembrare una semplice qualificazione di un commento, appunto, come anonimo. La maiuscola fa divenire il termine un distintivo (non voglio appositamente dire “uno pseudonimo”), che sarebbe buona creanza rispettare, come qualsiasi altro.
      La ragione per cui, a differenza dell’altra volta, mi trovo ad intervenire sul commento qui sopra non è comunque motivata da una mia particolare “permalosità”, ma da due precise ragioni:

      1) Visto che il mio “distintivo di firma” è utilizzato per fare una critica ad un autore come Marletta che personalmente, pur non conoscendo ancora approfonditamente i suoi libri, apprezzo, mi rende doveroso dissociarmi da esso.
      2) Soprattutto, il riferimento a René Guénon e a Ananda K. Coomaraswamy, con etichette che trovo estremamente discutibili e che sarebbe almeno doveroso cercare di motivare, mi rende assolutamente necessario precisare che la mia posizione, per quanto mi è dato comprendere, non si distacca in alcun modo da quella di tali autori e che qualsiasi commento che in futuro, sotto il distintivo, o, meglio, in questo caso, sotto lo pseudonimo di “Anonimo”, come sotto qualunque altro, dovesse andare in senso contrario, non potrà essermi legittimamente attribuito.
      Chiedo all’autore del blog, di tenere conto della differenza di mail che comunque, credo debba essere indicata nei rispettivi commenti.

      Se, in ogni caso, sarà necessario, provvederò a differenziare opportunamente la firma dei miei eventuali futuri commenti, nel modo che riterrò adeguato.

      Grazie.

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