Elohìm, Ruach, Kavod. Ennesima confutazione dell’ipotesi “aliena” di Biglino/Sitchin

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ABRAMO-E-ALIENI-e1417457910883Il Dio non alieno della Bibbia. Confutazione alle affermazioni di Sitchin e Biglino

(Fonte: Alieni nella Bibbia )

Introduzione

È ormai da cinquant’anni che vari “studiosi” della Bibbia (soprattutto dell’Antico Testamento), tra cui Rael, Sitchin e Biglino, portano alla luce la sensazionale “scoperta” secondo la quale il Dio di cui la Bibbia parla sarebbe in realtà un alieno venuto sulla terra per manipolare il gene umano. Ora, sebbene a molti questo appaia di per sé davvero una deformazione in stile azimoviano di ipotesi leggendarie oramai in circolo da un po’, molti hanno voluto prendere sul serio questa teoria, e, come una volta disse un noto pensatore, ci ritroviamo a sforzarci per dimostrare che 2+2 fa 4.

Ora, prima di iniziare a scrivere la vera e propria confutazione, il lettore onesto mi conceda una domanda: come mai, in tutti i secoli che sono passati dalla stesura del testo ebraico fino ad oggi, nessuno, fino alla metà dello scorso secolo, ha mai ipotizzato che il testo originale indicasse delle civiltà aliene? Eppure, la Bibbia è passata in mano davvero a molti, tra “eretici” ed “ortodossi”, e né da una parte né dall’altra nessuno si è mai sognato di leggere in quelle righe qualcosa che potesse anche lontanamente ricordare tutto il costrutto ufologico che questi studiosi hanno solo recentemente scoperto. Dunque, quale grande rivelazione hanno davvero dato?

Detto ciò, si passi ad esaminare i punti che uno di questi “innovatori”, il sig. Mauro Biglino, ha nel tempo sviluppato.

– Pluralità e singolarità: Elohim e Yahweh –

Il sig. Biglino afferma che Elohim è un nome plurale indicante il “gruppo” di extraterrestri al quale apparterrebbe Jahweh, il quale dunque sarebbe “uno degli Elohim”. A confutazione di quanto sovra scritto, possiamo prendere in considerazione sia alcuni dati di fatto che un confronto con due versetti della Torà stessa. Innanzitutto, dobbiamo tenere a mente il fatto che, all’interno dell’Antico Testamento, il termine Elohim (che ha una forma plurale), qualora indichi il Dio di Israele, è sempre accompagnato da attributi e verbi al singolare. Le uniche due eccezioni (per quello che io ho contato, ma potrebbero essercene altre) sono una in un discorso di Abramo ad Abimelec[1], ed un’altra nella spiegazione dell’origine del nome del luogo noto come Betel[2].

Quando Dio mi fece andare […] (Genesi xx,13); […] perché là Dio gli era apparso (Genesi xxxv,7).

Nel caso della prima, essa è esplicabile semplicemente osservando che, essendo Abimelec un politeista, con buona probabilità Abramo stia qui parlando di “dèi”, in modo da adattare il proprio parlare al suo interlocutore.

Nel secondo caso, la cosa è ancora più semplice: nella visione descritta nel capitolo xxviii della Genesi, Giacobbe vede non solo Dio, ma anche una scala con degli angeli che vi salgono e vi scendono. Siccome il termine Elohim, quando trattato al plurale, può indicare non solo gli dei pagani, ma anche angeli o uomini potenti (vedi ad es. Salmo lxxxii, 6), è probabile che il significato corretto della frase sia:

[…] perché là gli angeli si rivelarono.

Possiamo inoltre prendere in considerazione il fatto che altri termini, in ebraico, sono in forma plurale ma valgono come un singolare: tra questi, ricordo hayim (vita), rahamim (misericordia), betulim (verginità) e ba’alim (padrone). Tutti questi termini, sebbene abbiano una forma grammaticalmente plurale, sono semanticamente singolari.

Analogamente, esistono anche parole singolari che possono riferirsi ad un plurale (in un modo simile ai nostri collettivi), come ‘es (albero/alberi), ‘of (volatile/volatili).

Passiamo ora a confrontare due versetti. Il primo è Deuteronomio iv,35:

Ti sono mostrate queste cose affinché tu sappia che il Signore (y-h-w-h) è Iddio (ha-Elohim), non c’è alcun altro (Deuteronomio iv,35)

Facciamo una analisi delle parole ebraiche “alla lettera” (così come suggerisce Biglino stesso):

atah pron. pers. 2a pers. sing. masch. Tu
har’eta passivo 2a pers. sing. masch. dalla radice r-’-h (vedere). ti è stato mostrato
lada’at infinito costruito con l (per) + infinito attivo da y-d-’ (sapere) per sapere
ki congiunzione che
y-h-w-h nome proprio il Signore
hu pron. pers. 3a pers. sing. masch. egli (è)[3]
ha-Elohim art. det. + nome (Elohim) Iddio (lett.: il/gli Elohim)
ein costruzione non c’è
‘od avverbio ancora
milbado preposizione + pron. suff. 3a pers. sing. masch. oltre a lui.

Osserviamo che qui la parola Elohim presenta un articolo determinativo, il che intensifica il fatto che Jahweh è Elohim. Con ciò, non si creda che, avendo l’articolo, Elohim non possa essere tradotto “Dio”: in greco antico, nel Nuovo Testamento, Dio è reso sia con theos (Dio) che con ho theos (il Dio); in italiano, l’espressione Iddio viene proprio da il Dio, e l’arabo Allah verosimilmente deriva dall’unione dell’articolo determinativo al- e il sostantivo ilah (divinità).

Il secondo esempio è Deuteronomio vi,4:

Ascolta, Israele, il Signore (y-h-w-h) è il nostro Dio (Eloheinu), il Signore (y-h-w-h) è uno solo (Deuteronomio vi,4)

Osserviamo di nuovo la costruzione letterale:

shema’ imp. attivo 2a pers. sing. masch. Ascolta
Yisra’el nome proprio Israele
y-h-w-h nome proprio il Signore (y-h-w-h)
Eloheinu nome (Elohim) + pron. suff. 1a pers. plur. il nostro Dio (il/i nostro/i Elohim)
y-h-w-h nome proprio il Signore (y-h-w-h)
ehad aggettivo numerale cardinale masch. sing. uno solo

Qui, Elohim è unito al pronome suffisso, ovvero ad un genitivo.

– Ruah, Kavod –

Biglino afferma che Ruah (generalmente tradotto con “spirito”) indicherebbe un oggetto che si muove nell’aria, mentre Kavod (generalmente tradotto con “gloria”) indicherebbe un oggetto pesante. Così, lo “Spirito di Dio” e la “Gloria di Dio” sarebbero delle astronavi! A confutazione di ciò, mi limiterò a citare i seguenti versi.

Per quel che concerne Ruah:

E lo ha riempito con lo Spirito (ruah) di Dio […] (Esodo xxxv,31)

E Giosuè, figliolo di Nun, era pieno dello Spirito (ruah) di sapienza […] (Deuteronomio xxxiv,9)

[Dio disse:] Io spanderò il mio Spirito (ruah) su ogni carne, ed i tuoi figli e le tue figlie profetizzeranno (Gioele ii,28)

Prego chiunque di dimostrarmi come i precedenti versi possano essere associati ad un velivolo.

Per quel che concerne kavod:

Quant’è vero che io vivo, la terra sarà ripiena della gloria (kavod) del Signore (Numeri xiv,21)

Ecco, il Signore ti ha tenuto alla larga dall’onore (kavod) (Numeri xxiv,11)

Signore, tu sei la mia gloria (kavod) (Salmi iii,3)

Perché Dio ha incoronato l’uomo con gloria (kavod) ed onore (Salmi viii,5)

Date al Signore gloria (kavod) e potere (Salmi xxix,1)

Ancora, si applichino, se possibile, i precedenti versi ad un’astronave. Si tenga peraltro conto che essi sono solo alcuni dei tanti analoghi.

[1] Genesi xx,13.

[2] Genesi xxxv,7.

[3] Dal momento che, al presente, il verbo essere è per lo più escluso, si usa inserire il pronome personale di terza persona per rafforzare il valore di predicato nominale della frase.

 

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52 commenti

  1. Pingback: Smascherato il Dio alieno della Bibbia di Biglino e Sitchin | Lo Sai

  2. Sono pienamente d’accordo.
    Io ho capito quasi da subito che Biglino(esperto di ebraico che non sa che Ruah è femminile)vuole solo vendere libri.

  3. Pingback: Smascherato il Dio alieno della Bibbia di Biglino e Sitchin | Notizie Cristiane - Sito Cristiano d'Informazione quotidiana

  4. Ottimo articolo.
    Non capirò mai cosa sia successo a Biglino e perché ora sembra lavorare per il nemico.
    Fa tanti danni.

  5. Comunque vedo con piacere che ci sono anche altri oltre a me che non si lasciano intortare da Biglino.
    I suoi fan troll non si sopportano più.
    Basta pensare che ogni volta che lasciò un commento ai suoi video dove lo smentisco, anche con con le traduzioni ebraiche,vengo puntualmente deriso e insultato da quei golem che ripetono sempre le frasi che dice lui.

  6. Francesco Smerilli on

    Mi limito a riportare senza nessuna pretesa, dato che non sono un esperto, anzi che non ci capisco niente. Da qualche parte, non mi ricordo dove, Biglino dice che Kavod molto probabilmente ‘sta a significare armamento da battaglia, arma, poi c’è il discorso del polisemismo, ma limitandoci a come lo traduce lui:

    Ecco, il Signore ti ha tenuto alla larga dall’armamento (kavod) (Numeri xxiv,11) (pericoloso secondo Biglino per gli umani)

    Signore, tu sei la mia arma (kavod) (Salmi iii,3) (in battaglia faceva comodo.., un ipotetica arma volante)

    Perché Dio ha incoronato l’uomo con armamento da battaglia (kavod) ed onore (Salmi viii,5)

    Date al Signore arma (kavod) e potere.

    Direi che fila tutto pù che bene.
    Tengo a precisare che il mio sesto senso (che non sbaglia mai o quasi), mi dice che Biglino è un gran bel furbo, e che se l’è studiata più che bene.

    • Marta Piscitelli on

      TUTTO SAREBBE LOGICO MENTRE CON ALTRE TRADUZIONI E IPOTESI C’E’ UN MARE DA COLMARE OGNI VOLTA ……LA VERITA’ E’ CHE CON L’IPOTESI ALIENA SALTEREBBE OGNI POTERE E DIO BISOGNA CERCARLO ALTROVE….UNO SMACCO MILLENARIO!

  7. Beh credo che screditare a priori sia un po’ sbagliato , Biglino non dice mai che kavod indichi un’oggetto volante, ma si limita a dire che si tratta di un’oggetto metallico o ad una serie di oggetti metallici, presumibilmente nello specifico, a detta sua, a degli armamenti ,lo stesso vale per Ruah affermando inoltre che vi è la questione del polisemitico quindi a volte a dare il vero significato è il contesto. Infatti ribadisco che più volte Biglino non da una traduzione specifica a nessuna delle due, anzi dice proprio di lasciare il termina non tradotto da capire di volta in volta cosa si vuol indicare. Ora quando si riportano passi della Bibbia, per capirne davvero il significato occorre riportare tutto il pezzo che si vuol indicare, e non finire con un bel “…” o “ecc….” E lo ha riempito con lo Spirito (ruah) di Dio […] (Esodo xxxv,31) se lo si legge tutto e quindi dal passo 31 al 35 beh il discorso di Biglino diventa anche fattibile, perchè mi pare evidente che li ha forniti di un qualcosa di materiale adatto ad uno specifico utilizzo.

  8. Poiché non ho nessun metivo per pensare che Lei non sia in perfetta buona fede e che non sia eventualmente disponibile ad accettare, se evidente, il fatto che le cose non stanno come dice, nonostante l’impressione un po’ disarmante che provo a veder ripetute per l’ennesima volta simili affermazioni di questo “autore”, ripeterò che:
    1) non è vero che “Biglino non dice mai che kavod indichi un’oggetto volante”: in “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia”, Unoeditori 2012, p. 122, nel commentare Ezechiele, 43.2, dove si parla del Kavod (e non kevod, come scrive lui, non conoscendo l’ebraico che in maniera del tutto superficiale,: nel testo è kevod solo perché è uno stato costrutto , come se qualcuno trovando scritto in inglese “John’s car”, traducesse “la macchina di John’s”! Nello stato costrutto è il termine posseduto che ha il cambiamento vocalico, ma il concetto è il medesimo! ), scrive testualmente:
    “Ancora macchine volanti degli Elohim ed ancora grande frastuono”
    Si potrebbero citare ancora altri passaggi.
    2) “affermando inoltre che vi è la questione del polisemitico quindi a volte a dare il vero significato è il contesto”: si tratta di un’evidente sciocchezza. Certamente, una parola può assumere significati diversi secondo il contesto, ma solo a partire dal suo nucleo essenziale di significato che deve rimanere il medesimo. Non è possibile perciò che la parola che ad es. significa “matita”, in un contesto diverso significhi “automobile”. Se una parola potesse assumere significati completamente diversi a seconda del contesto, senza una precisa connessione col suo significato fondamentale, diventerebbe semplicemente impossibile comunicare, perché sarebbe impossibile, per chi ascolta o legge, stabilire, in base ad un procedimento oggettivo, il vero significato di ogni parola in un dato contesto. Ma come è possibile che sciocchezze del genere possano essere accettate passivamente dalle persone? Non occorrono competenze particolari, ma solo un po’ di buon senso per non cadere in trappole di questo genere!
    3) Kavod: radice KVD = avere peso, importanza, onore.
    da questa radice derivano, ad es.:
    Kavod = onore, gloria es.: “melo kol haaretz kevodo” (Is., 6.3) è piena la terra della Sua gloria (non certo della sua “arma” o della sua “macchina volante”).
    lekhabbed = onorare (es. kabbed et abikha ve et Immekha = onora (e non arma) tuo padre e tua madre (Es. 20.12); ve ikhabbedu liShmeKa = e onoreranno (non armeranno) il Tuo Nome (Sal. 86.9)
    nikhbad: essere onorato, stimato, glorificato: le nikhbadot di Sal 87.3 (nikhbadot medubar bakh: cose grandi sono dette di te) non sono, ovviamente le cose “armate”, ma le cose grandi, gloriose.
    Kaved: essere pesante, essere importante, essere onorato.
    Gli esempi potrebbero essere centinaia, sia nella Bibbia che altrove. Sottolineo che si tratta di contesti “completi”: il primo è il canto dal quale deriva in parte la preghiera del Sanctus, tutt’ora presente nella messa cristiana (Santo, Santo, Santo, ecc.); il secondo è il ben noto precetto del decalogo: onora il padre e la madre; è un precetto completo e con le macchine volanti non ha evidentemente nulla a che vedere. Il terzo e il quarto sono passi dei Salmi molto semplici il cui senso letterale è evidente. Esistono anche dizionari italiano – ebraico (es. il “Dizionario pratico bilingue” della Giuntina) dove chiunque, anche chi non legge le lettere ebraiche, può trovare la parola ‘onore’ in italiano e il suo corrispondente ‘kavod’ traslitterato in caratteri latini.
    Poi se qualcuno vuole continuare a credere diversamente, faccia pure, contento lui…
    3) Il carattere concreto di Kavod nella Bibbia non è in discussione, come non dovrebbe essere in discussione il carattere concreto, per gli antichi ebrei, del concetto di Dio. Il Dio degli ebrei era percepito direttamente da loro in un roveto ardente e “camminava” nel Giardino dell’ Eden. Gli uomini moderni non sono capaci di concepire una simile cosa perché in realtà non sono in grado di percepire veramente nulla di concreto (neanche le cose più banali): tutto in loro è astrazione. Così pensano gli oggetti come “singole cose” astratte dai mille legami reali che esse hanno col mondo e che ne fanno una semplice emergenza del mondo stesso. E percepiscono in maniera astratta anche se stessi, come io individuali, separati dalle cose con cui invece da sempre scambiano costantemente (anche da un punto di vista puramente materiale) essere e realtà. E’ facile capire come per loro l’idea di Dio, ammesso che ce l’abbiano, non possa che essere una “somma astrazione”, qualcosa vagamente immaginable come luce o qualcosa del genere, per quel che ne posso capire.
    Queste sono interessanti differenze antropologiche, ma non significano affatto che la percezione concreta della Presenza di Dio nel mondo, che era propria in genere di tutte le culture tradizionali, abbia a che fare con gli alieni. Il motivo per cui, leggendo il passo da Lei citato, il discorso di Biglino Le sembra “fattibile” è soltanto il fatto che Lei lo legge con gli occhi di un uomo del XXI sec., per cui la percezione della realtà è filtrata da categorie astratte come materia, oggetto, corpo, anima, ecc. Come Lei, probabilmente molti altri. Biglinoi sfrutta abilmente questo fatto; si tratta dell’unica vera abilità che bisogna riconoscergli, a parte ancora l’uso di tecniche manipolative del consenso che però non sono forse del tutto farina del suo sacco…
    L’unico lato positivo è che, ultimamente, Biglino ha smesso di scrivere kevod invece di Kavod. Evidentemente ha imparato sul campo la differenza fra stato assoluto e stato costrutto delle parole! Il suo insegnante di ebraico shel ulpan non aveva evidentemente avuto il tempo di spiegargliela, vista la fretta che lui aveva di rivelare al mondo il vero contenuto della Bibbia.

  9. Analisi che mi convince non molto, sebbene vi siano spunti interessanti.
    Premetto, non sono uno studioso ma un appassionato.
    La premessa che un fatto non possa essere vero solo perchè fino a quel momento nessuno se ne era accorto, la trovo una gran sciocchezza.
    Elohim singolare o plurale? Basta una sola volta che sia accompagnato da verbi al plurale per affermare che siano più di uno. Che poi, in determinati contesti riportati nella Bibbia vi fosse un solo Elohim, non significa che fosse l’unico sulla Terra.
    Biglino afferma che ogni tribù avesse un solo Elohim alla guida ed è quindi ovvio che chi raccontasse/scrivesse si rivolgesse a lui come l’unico Elohim al quale rendere lode.
    Su ruah e kavod, il significato di “arma” o piuttosto di effetti dell’arma, è applicabile quasi sempre.
    D’altronde lei stesso diceche “Eloheinu” significa “il nostro dio”, quindi è ovvio che chi ha scritto sapesse ve ne fossero altri.

    • In realtà non ho interesse a convincere nessuno, ma solo a fornire a chi abbia modo di profittarne e soprattutto desiderio di conoscere la verità senza pregiudizi, qualche indicazione che può evitargli di cadere in trappole concettuali come quelle messe in campo da Biglino e supporter vari.
      La premessa che Lei individua non è quella del mio commento: un fatto può essere vero anche se nessuno se ne è mai accorto per lungo tempo, ma solo a condizione che esso, se vero, non debba essere anche evidente a molti: se io Le dicessi che il Suo commento appena fatto parla di squadre di calcio, Lei avrebbe ragione a darmi del matto e se io insistessi, mi potrebbe giustamente obiettare che, se fosse così, qualcuno, oltre me, dovrebbe accorgersene, visto che questo blog è letto da molte persone che parlano perfettamente l’italiano. Allo stesso modo, mi sembra di avere spiegato charamente che se la Bibbia dicesse cose assai diverse da quelle che le sono state sempre attribuite, qualcuno se ne sarebbe già dovuto accorgere per l’evidenza del fatto, poiché esistono e sono esistite molte persone che conoscono o conoscevano bene l’ebraico e non è seriamente pensabile che siano state sempre tutte d’accordo fra loro a dare una traduzione sbagliata.
      In modo del tutto analogo, posso pensare che il mio precedente commento, nonostante non mi sembri, non sia abbastanza chiaro, così come è espresso in lingua italiana. Ma se, dopo avere fornito, come ho fatto ora, l’ennesima breve e semplice spiegazione, trovassi ancora qualcuno che mostrasse di dubitarne, supponendo che parlasse bene l’italiano, farei davvero fatica a credere nella sua buona fede.
      Riguardo al termine Elohim, Lei mostra di non aver ancora ben compreso la regola del plurale di potenza: il fatto che talvolta il termine sia usato con il verbo al singolare è la prova che esso ha un significato singolare. Il fatto che sia utilizzato con verbo al plurale non prova invece affatto che esso abbia un significato plurale, esattamente come, anche in italiano, quando in alcuni documenti ufficiali il re dice, riferendosi a se stesso, “noi, re tal dei tali, siamo … ” non vuole dire che siano in molti.
      Pregherei di spiegarmi il significato che attribuisce a “unico Elohim”, in quanto mi sembra che usi il termine plurale come singolare: visto che il singolare Eloah esiste, perché non ci si sarebbe riferiti a questo particolare dio col singolare, nell’ipotesi da Lei formulata?
      La pregherei di citarmi anche un solo passo in cui il termine “arma” o “effetti dell’arma” andrebbe bene, secondo Lei.
      Infine, anche in italiano si dice “il nostro Dio”, ma questo non significa che chi dice così sia un politeista. In effetti, “dio” è, in italiano come in molte altre lingue, innanzitutto un nome comune che indica tutto ciò che manifesta un aspetto divino, vero o presunto. In secondo luogo, per eccellenza, indica l’unico e vero Dio, cioè il Principio divino di tutte le cose che è dunque il “nostro dio”, quello che riconosciamo come vero ed unico. Del resto, senza scomodare il termine “dio”, la stessa cosa è avvenuta con la parola “signore”. Questa è, in primo luogo, anch’essa un nome comune e come tale può designare anche il nostro vicino di casa. Per eccellenza, però, avendo un significato di dignità e signoria, indica “nostro Signore”, il Signore dell’Universo, cioè, ancora una volta, per i monoteisti, il Dio unico. E così, quando Battiato canta “…rivolgiti al Signore”, non vuole chiedere di rivolgersi “al signore, quello là con l’impermeabile …” ma proprio al vero ed unico Dio, e tutti coloro che parlano italiano subito lo capiscono e non hanno dubbi che intenda questo e non altro. Chissà perché, invece, cose così semplici, dopo le “spiegazioni” di Biglino sono diventate tanto difficili da capire? Non sarà, per caso, che quelle “spiegazioni” sono fatte a bella posta per confondere le idee?

      • Mi permetto inserirmi in tale dialogo perché amo la speculazione. E con ciò entro a gamba tesa su una questione importante posta sopra. La mia frase introduttiva è una frase di senso compiuta, con soggetto (io), predicati (amo) e complemento oggetto (la speculazione). Ma tale frase può dare adito a interpretazioni diverse: 1) amo discettare e discutere di mmi filosofici ecc. 2) amo guadagnare denaro approfittando di particolari eventi da me ipotizzati (svalutazione monetaria, oscillazioni di borsa, ecc.). E’ ovvio che solo l’esplorazione del contesto più ampio in cui è inserita la frase se ne può dedurre il significato più probabile (ma non il più certo in assoluto: potrei essere uno che non ha capito nulla e scrivo stupidaggini, oppure essere qualcuno che si diverte a confondere consapevolmente le idee). Con la seconda mia frase iniziale, introduco un altro concetto: entrare a gamba tesa è un gergo importato dal calcio noto solo a chi segue il calcio o poco più. Se tra mille anni tale sport non esisterà più sarà difficile ai posteri comprendere bene la mia frase. Ma chi segue il calcio segue l’elemento chimico del secondo gruppo della tavola periodica degli elementi, famiglia alcalino-terrosi? o segue lo sport denominato calcio per via del gesto di colpire con i piedi una sfera? Come vedete, solo un ampio contesto consente maggiore chiarezza. Voi che scrivete tendete tutti, come Biglino, ma anche come i Testimoni di Geova, gli Evangelisti, ecc. a estrapolare alcune frasi per darne una interpretazione personale, basata sulle proprie convinzioni già interiorizzate, senza alcuna voglia di mettere in gioco il proprio pensiero. Chi dice “io non voglio convincere nessuno ma solo indicare elementi di verità a chi voglia conoscerla senza pregiudizio alcuno” in realtà ha il grave pregiudizio di ritenersi depositario della verità, non riconoscendo ad altri lo stesso diritto. Io non sto entrando nel merito della questione ma nel metodo. Sono agnostico, e cerco la verità. Ma diffido da chi ritiene di averla, da qualunque punto di vista. Avete detto: come mai in tanti secoli (millenni?) nessuno ha mai confutato la Bibbia e solo da poco se ne contestano i significati? Non è una spiegazione razionale. E’ un’affermazione apodittica. Magari i detentori del potere, secolare e spirituale (alleati) hanno avuto interessi a nasconderlo (per ovvi motivi; suggerisco un interessante film: The Body con Antonio Banderas). Come mai in tanti secoli (millenni?) nessuno ha messo in dubbio che la Terra fosse piatta, ferma, ecc. fino a Keplero Copernico e Galileo? Eppure bastava osservare anche duemila anni fa una nave allontanarsi all’orizzonte, vederne sparire prima la prua poi la poppa infine l’albero maestro per rendersene conto. O vedere le ombre tondeggianti e allungate. Eppure nessuno, NESSUNO, ha mai detto che gli egizi sapevano che la Terra è tonda. Perché ci hanno propinato che lo scoprì Colombo? Voglio dire, che nelle interpretazioni ci sono sempre motivazioni recondite che tendono a consolidare e conservare il potere costituito, per non mettere a repentaglio il castello di ideologie che rende gli uomini schiavi. Perché Zahi Awass, il potente capo responsabile delle antichità in Egitto, non consente approfondimenti dei siti della Sfinge, delle Piramidi, ecc.? Concludi dicendo che se cartesio affermava “Cogito ergo sum” io affermo: dubito, quindi penso e continuo a cercare, sperando che ogni dubbio risolto generi altri due dubbi. (Riconosco che Cartesio fu molto più sintetico). Un saluto.

        • Non ho mai pensato che la Verità possa situarsi in un luogo circoscritto, tanto meno nella tasca, mia o di altri. Questo non significa, però, che non si possa, ed anzi non si debba, esigere dai propri interlocutori che argomentino in maniera chiara le proprie posizioni, che non divaghino dalle questioni che si stanno trattando e che documentino, con una certa precisione, i dati presupposti dal proprio ragionamento, con riferimenti che permettano a tutti, in modo più meno agevole, di controllare. In poche parole, non significa che non si possa esigere dai propri interlocutori una certa serietà.
          Ora, io non contesto a Biglino di mettere in discussione i contenuti della Bibbia, ma, precisamente, di farlo senza fornire alcun appoggio serio a quanto sostiene, ed anzi, di utilizzare, in modo evidentemente consapevole, precise tecniche dirette ad impedire che i propri contraddittori possano liberamente esprimere le loro ragioni.
          D’altra parte, queste tecniche non potrebbero avere un così vasto successo, se non fosse diffuso, anche fra coloro che non sono necessariamente in mala fede, il pessimo uso di non ritenere di dover supportare le proprie affermazioni con un minimo di rigore.
          Ad es., sarebbe del tutto legittimo, senza con questo pretendere di “avere la Verità in tasca” richiedere ai propri contraddittori una certa precisione nelle citazioni, specie se virgolettate. Nel commento qui sopra, però, Lei mi attribuisce una frase che non ho mai scritto:
          “io non voglio convincere nessuno ma solo indicare elementi di verità a chi voglia conoscerla senza pregiudizio alcuno”.
          Eppure sarebbe stato facile, fare un “copia – incolla” per evitare imprecisioni. Ecco la frase vera, da “copia – incolla”:
          “In realtà non ho interesse a convincere nessuno, ma solo a fornire a chi abbia modo di profittarne e soprattutto desiderio di conoscere la verità senza pregiudizi, qualche indicazione che può evitargli di cadere in trappole concettuali come quelle messe in campo da Biglino e supporter vari.”
          Il sistema del blog non mi consente di inserire i corsivi, ma credo sia facile per tutti vedere la differenza: una cosa sono pretesi “elementi di verità”, una cosa sono delle “indicazioni” che non pretendono di fornire una Verità assoluta, ma solo di evitare di cadere in “trappole concettuali come quelle messe in campo da Biglino e da supporter vari.”
          Ora, il punto su cui insisto da un po’ è che è precisamente questo, e non quello di volere spiegare a qualcuno in cosa deve credere, l’unico vero interesse che trovo nel trattare il “caso Biglino”.
          Su uno scenario in cui gente che non pronuncia ancora bene le parole ebraiche (Biglino compreso) sproloquia di “ebraico masoretico” e discetta di traduzioni della Bibbia, ci sarebbe davvero poco da dire e la questione dovrebbe essere facilmente liquidata, non per la pretesa di avere qualche “verità in tasca”, ma sulla base del semplice buon senso. Ma il fatto che simili assurdità possano facilmente affascinare grandi masse di persone, sfruttando soltanto le loro tendenze a credere più o meno facilmente affermazioni che vanno in certe direzioni, questo è qualcosa di realmente inquietante e degno sicuramente del massimo interesse.
          Credo che, in fondo, Biglino non sia molto più di un esperimento: altri verranno dopo di lui, con tecniche affinate dall’esperienza e potranno spingere con facilità grandi folle a credere questa o quella cosa, ad odiare questo o quell’obiettivo: libro, persona, idea, popolo o razza, dottrina o religione. La possibilità di far valere razionalmente le proprie posizioni è l’unico vero antidoto contro quel controllo delle masse che ha generato in passato e genera tuttora orribili mostri. Chi non è capace di accorgersi di questo pericolo in questo preciso momento e non avverte che cosa c’è in gioco, sta gravemente sottovalutando la questione.
          Quanto all’idea che vi sarebbe stato una specie di complotto generalizzato per nascondere una traduzione che milioni di persone avrebbero potuto fare (tutti i parlanti ebraico, tutti i lettori della Bibbia, ecc.), questa si commenta da sè. Devo, forse citare di nuovo tutti i personaggi della storia che avrebbero ben avuto modo ed avrebbero avuto il massimo interesse a trovare gli alieni nella Bibbia: nazisti, marcioniti, gnostici dualisti, scienziati scettici sul cristianesimo, come Renan o Allegro e molti altri. O vuole sostenere che tutti coloro che conoscevano e conoscono l’ebraico, sino a Biglino, e di solito, molto meglio di lui, sono stati tutti dei biechi servi del potere?

          • Preciso che per “lettori della Bibbia” intendo ovviamente i lettori in ebraico, per funzione o per semplice competenza personale.

  10. Che analisi soggettive, direi che la tua è un interpretazione.
    Biglino IPOTIZZA che Elohim sia un plurale, NON lo afferma. In molti contesti la parola infatti è associata a pluralismi. El non può esser tradotto perchè non ha un reale significato. Jawe di fatto non si puo tradurre. Tu puoi tradurre Riccardo? Quindi di cosa stai parlando?
    Deuterenomio 32,8: Quando ELYON diede alle nazioni la loro eredità, quando separò i figli degli uomini,
    egli fissò i confini dei popoli, tenendo conto del numero dei figli d’Israele.
    Deuterenomio 32,9 Poiché la parte di JAWE è il suo popolo, Giacobbe è la porzione della sua eredità.
    Deuterenomio 32,12: JAWE solo lo ha condotto e nessun ELOHIM straniero era con lui.
    Ora tu ammetti che ELYON = JAWE = ELOHIM = DIO quindi
    Il resto della Bibbia è la storia di questo popolo che invade gli altri popoli per accaparrarsi le terre di quei popoli. Domanda, ma se era Dio perché non si è preso da subito tutte le terre invece di trucidare gli altri popoli dove lui li aveva messi? Un idiota pazzesco!
    Ora non sarà forse un alieno come vuoi dimostrare ma Jawe non è sicuramente Dio.

    Il termine Ruach ha al massimo 3 significati, tra cui spirito. In italiano invece la parola spirito a più di 7 significati. In Ezechiele si evince benissimo il significato di Ruach, se non lo traduci, nel contesto di quelle frasi. L’Italiano è molto più polisemico dell’ebraico.
    Kavod inoltre è qualcosa che Dio non ha sempre con se. Di fatto Mosè chiede a Jawe di farglielo vedere e gli viene detto di aspettare il giorno dopo e di nascondersi dietro alle pietre altrimenti poteva morire. Quindi il Kavod è qualcosa che Dio non ha sempre con se, che può uccidere e da cui Dio non può salvarti ma delle pietre si… Non sta in piedi in quel contesto in significato col termine Gloria.
    Quindi quando confuti fallo in maniera filologica e razionale e non in maniera soggettiva ed emotiva.
    Ognuno alle sue idee ma meglio non confutare quelle degli altri se non si è in grado di farlo

  11. Buongiorno. Dopo aver letto i commenti sulla traduzione e significati di parole nella Bibbia, volevo chiedervi il senso di verità sui testi biblici. Di quale verità si parla? Esiste una qualche verità nella Bibbia? Che valore di verità hanno quelle parole? Chi può garantirmi significato e veridicità di quelle parole in qualunque contesto? Mi si possono fornire le anagrafiche di chi lo ha scritto in origine con biografie dettagliate, fotografie e video anche a dimostrazione dei fatti storici descritti? Esistono giornalisti dell’epoca che possano confermare? C’è ancora un testimone oculare vivente che possa raccontarmi cosa ha visto fornendomi ovviamente prove inconfutabili dei vari avvenimenti? Per quanto mi riguarda con il pensiero moderno con cui sono cresciuto posso credere a qualcosa se ho delle prove concrete video e fotografiche da fonti ufficiali in diretta tv mantenendo comunicazione un margine di dubbio per la possibilità di manipolazione delle fonti. Quindi chi ha la vera verità oggi, ieri e domani? Sarebbe bello capire la risposta a queste domande

  12. Ringrazio Angelo per aver posto queste domande perché anche se ai miei occhi possono apparire un po’ strane mi rendo conto che esprimono realmente un ordine di idee che è proprio degli uomini di quest’epoca. Fra l’altro, con l’occasione, mi sono reso conto che vi è, proprio sopra, l’ennesimo commento (firmato “Mich”), che pretenderebbe di rispondere alle osservazioni che ho fatto e quindi risponderò ad Angelo partendo da Mich.
    Devo dire che il commento di Mich, non meriterebbe il tempo di una risposta, in quanto mette in fila una serie di asserti che senza potere contestare una sola parola di quello che ho scritto, divagano dicendo cose diverse, tra l’altro con numerose affermazioni false, e poi conclude con io non sarei stato in grado di confutare Biglino, come se fosse dimostrato dalle sue parole.
    Riguardo a quest’ultima affermazione devo insistere: io non ho proprio bisogno di confutare Biglino, come non si ha Bisogno di confutare qualcuno che non è minimamente credibile da qualsiasi persona di buon senso: non si confuta uno che pretende di affermare verità sconvolgenti sulla Bibbia e taciute per migliaia di anni e poi fa confusione sulla stato costrutto, non conosce la regola del plurale di potenza, sbaglia la pronuncia della Shin, si inventa letteralmente significati delle parole che nessun dizionario di ebraico riporta e non continuo per non infierire.
    Un soggetto del genere si studia come esemplare una tendenza sociale, invece, così come si studiano coloro che lo seguono acriticamente, per capire come un simile esempio di palese inattendibilità possa essere ritenuto attendibile da molte persone.
    Ed è questo il motivo per cui credo utile rispondere al commento di “Mich”.
    Se le sue affermazioni divagano e non concludono niente riguardo alle mie obiezioni essenziali (Biglino si inventa i significati delle parole ebraiche e le sue elucubrazioni non provano nulla riguardo a pretesi alieni), sono però interessanti di per sè.
    Basta davvero poco a confutarle: comincia con l’affermare che El non ha un significato: prenda un dizionario qualunque di ebraico e scoprirà che significa “dio, divinità, essere trascendente” esattamente come la parola “dio” in italiano che nessuno direbbe seriamente che non ha significato. Non è vero che Biglino ipotizza che Elohim sia un plurale, lo afferma con estrema decisione e si possono portare oltre ai libri, molte conferenze a testimonianza. Forse, ha fatto solo dopo qualche passo indietro, perché quello che affermava era insostenibile. Ma, soprattutto, una persona corretta che sa di cosa parla, se fa una simile “ipotesi”, deve anche per correttezza dire che esiste una precisa regola conosciuta da qualsiasi grammatica di ebraico che costituisce un grave ostacolo a questa ipotesi. Non è vero che Ruach ha al massimo tre significati: come sopra, prego Mich di andare a consultare un dizionario, prima di sparare affermazioni apodittiche (decisamente non è il suo giorno fortunato: senza andare a ragionarci, ho preso il primo dizionario che avevo sottomano e ne ho contato proprio … sette). Poi Mich cita tre passi del deuteronomio e scrive: “tu ammetti che ELYON = JAWE = ELOHIM = DIO quindi (…)”. Mi dispiace, ma non ammetto proprio niente: non si può pretendere di parlare di ebraico senza capirne una parola: la frase di Mich equivarrebbe a dire che se affermo “Il grande scrittore Manzoni fu anche uno storico” le parole “grande”, “scrittore” e “storico” significano tutte la stessa cosa e sono sinonimo di “Manzoni”. Nei testi citati è lo stesso: si tratta di appellativi (che divengono simbolicamente “nomi”, per antonomasia) e solo il Nome di quattro lettere è un nome esclusivo per indicare Dio con la maiuscola. Poi Mich scrive, con l’aria di qualcuno che sta dicendo una cosa profonda: “Tu puoi tradurre Riccardo? Quindi di cosa stai parlando?”
    La cosa veramente divertente è che io posso tradurre Riccardo (al germanico rik = potente e hart= valoroso: Riccardo = “potente e valorooso”), come qualsiasi nome (salvo Mich ed i molti nomi che gli strani uomini di questo tempo si inventano per scrivere su internet) e se Mich non fosse un uomo inguaribilmente moderno saprebbe che ogni nome che l’uomo si è dato in qualsiasi epoca (con l’eccezione dei nostri tempi che ho appena fatto) ha sempre un significato. Sa Mich, cosa vuole dire questo? Significa che in tutte le civiltà diverse da quella attuale si pensa all’individuo come qualcosa che deve avere un significato e che ha senso soltanto all’interno di un Mondo più grande di lui. Per tutti gli uomini, siano eschimesi, ebrei, bantu, azande, o indiani d’America, l’individuo non è la ragione ultima dell’Universo. Per gli uomini di oggi si. Ed ecco la risposta anche per Angelo: tutte le domande che fa hanno senso se si parte dall’idea che la Verità possa essere solo quella degli individui e di ciò che fanno o non fanno esteriormente. Questa pretesa verità è però difficile da provare perché anche tutti i mezzi che cita possono essere e sono spesso falsificati. Inoltre, è una verità fatta di parole a cui si pretende di ridurre l’Universo, ma alla quale, l’Universo non ne vuole sapere di essere ridotto. Così la Verità della Bibbia, con tutti i suoi eccidi, le sue violenze e le sue cose difficili da mandar giù per i moderni è semplicemente questa: è esistito ed esiste tutt’ora un Mondo intero che non ne vuole sapere di farsi ridurre dai moderni occidentali globalizzati alle loro categorie, e, avrà torto o ragione, essi dovrebbero prenderne atto e non pretendere di giudicarlo con il loro corto metro. Ma essi non vogliono sapere di farlo, nella loro smisurata e furente volontà di potenza sono pronti a dettare giudizi su epoche e civiltà sterminate senza capirne una parola. Credo che continueranno così, convinti di poter dominare la realtà con le parole e liberarsi facilmente di chiunque non gli aggrada, sia uomo, animale o forza naturale, e forse, ad un certo punto la Natura si libererà di loro.

  13. Mi perdoni, magari sbaglierò anche a scriverli correttamente visto che vado a “memoria” e senza controllare come si scrivano correttamente, ma chi erano allora Astarte, milcon, kamosh, etc.?
    Chiedo semplicemente da ignorante curioso e non certamente da dotto letterato quale voi sicuramente siete.
    Grazie.

  14. Se qualcuno si fosse azzardato a “ragionare” della Bibbia in tempi recenti; esempio nel periodo di Può 9° avrebbe fatto la fine di Trinchino e Montanaro. Amen.

  15. Bibbia di Gerusalemme – Ezechiele 1 […]

    “4 Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente. 5 Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana 6 e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali. 7 Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli dei piedi d’un vitello, splendenti come lucido bronzo. 8 Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d’uomo; tutti e quattro avevano le medesime sembianze e le proprie ali, 9 e queste ali erano unite l’una all’altra. Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciascuno andava diritto avanti a sé. 10 Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d’uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d’aquila. 11 Le loro ali erano spiegate verso l’alto; ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che coprivano il corpo. 12 Ciascuno si muoveva davanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro. 13 Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori. 14 Gli esseri andavano e venivano come un baleno. 15 Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro. 16 Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio e tutt’e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un’altra ruota. 17 Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. 18 La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt’e quattro erano pieni di occhi tutt’intorno. 19 Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. 20 Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. 21 Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. 22 Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad un cristallo splendente, disteso sopra le loro teste, 23 e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese, l’una di contro all’altra; ciascuno ne aveva due che gli coprivano il corpo. 24 Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell’Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d’un accampamento. Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali. 25 Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste. 26 Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. 27 Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l’elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore 28 il cui aspetto era simile a quello dell’arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l’aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava.” Interessate vero? Se nel passo sopra citato vedessi degli spiriti sarei solo che cieco.

    Cosa vi è descritto?
    Vi faccio rispondere da Javé (si scrive cosi?) che spiega le cose a Rael mi pare verso metà degli anni ’70:

    “Ma è in Ezechiele che si trova la più interessante descrizione di uno dei nostri apparecchi volanti: Ecco una descrizione, la più precisa possibile, dei creatori discesi dai loro ordigni volanti. La grande nuvola è la traccia che attualmente lasciano gli aerei ad alta quota, in seguito apparve l’ordigno e la sua luce lampeggiante, il “fuoco folgorante” e lo “scintillio dell’argento dorato”. Poi quattro creatori fanno delle evoluzioni con delle tute antigravitazionali e dei piccoli reattori direzionali. Delle “ali” sui loro scafandri metallici: “le loro gambe… brillavano come lo scintillio del bronzo lucidato”. Avrà potuto notare che le tute dei vostri cosmonauti sono molto brillanti. Quanto al “disco volante”, la “ruota”, il suo aspetto ed il suo funzionamento non sono descritti troppo male, sapendo che è un primitivo a parlare. Come le nostre tenute d’ abbigliamento si sono evolute ed ora non portiamo più questi ingombranti scafandri, i nostri apparecchi erano muniti di oblò, gli “occhi” dei”cerchioni”, perché non avevamo ancora scoperto il modo per vedere attraverso delle pareti metalliche modificando a volontà le loro strutture atomiche. I “dischi volanti” restano vicino ai creatori, per aiutarli in caso di bisogno perché essi si stanno approvvigionando di materie diverse e stanno effettuando delle manovre di manutenzione del grosso vascello intergalattico situato sopra di loro. Altri creatori, all’interno degli ordigni, li dirigono. Evidentemente. Anche lo scafandro è descritto con i suoi quattro oblò comparabili a quelli dei vostri primi scafandri marini. I piccoli “dischi” sono un po’ come dei “Lem” di servizio, dei piccoli velivoli a debole raggio d’azione che servono per delle corte missioni d’esplorazione. Più in alto attende il grande veicolo interplanetario: e quest’ultimo, sul grande vascello, sorvegliava e coordinava il lavoro dei creatori. Ezechiele, impaurito di fronte a tutte queste cose talmente misteriose che potevano solo provenire da “Dio”, si getta faccia a terra, ma uno dei creatori gli dice: È un’immagine simile a quella del “mangiare” dell’albero della scienza del bene e del male. Infatti, si tratta di un “nutrimento” intellettuale. D’altra parte è proprio un libro che gli viene dato. Era scritto di fronte e dietro, cosa sorprendente da leggere, in un’epoca in cui si scriveva su un solo lato delle pergamene. In seguito, il rotolo viene “mangiato”; vale a dire che Ezechiele ne prende conoscenza e ciò che apprende, quello che lei apprende sull’origine degli uomini, è così eccitante e riconfortante . Poi Ezechiele viene trasportato sul vascello dei creatori fino al luogo in cui deve spargere la notizia. Più avanti, il “profeta” viene ancora condotto in un apparecchio volante. Poi Ezechiele nota che, sotto le loro ali, i “cherubini” hanno delle mani come quelle degli uomini. Per Ezechiele sono tutti dei viaggi in uno degli apparecchi volanti dei creatori. A questo punto ha luogo un “miracolo”. I creatori resusciteranno degli uomini di cui restano solo le ossa. Come detto in precedenza, in ogni particella di un essere vivente, vi sono tutte le informazioni necessarie alla ricostituzione dell’essere tutto intero. È sufficiente mettere una di queste particelle, che possono provenire da resti ossei, in un apparecchio che fornisca tutta la materia vivente necessaria alla ricostituzione dell’essere originale. La macchina fornisce la materia, la particella dà le informazioni, i piani secondo i quali l’essere dev’essere costituito. Come uno spermatozoo che possiede le informazioni per creare un essere vivente, dal colore dei suoi capelli a quello dei suoi occhi. Tutto ciò è molto facile da realizzare e voi, un giorno, lo farete.”

    E quel giorno è arrivato da qualche tempo: cercate con google “jetman”… “alluminio trasparente”… e pensate a come descriverebbe un primitivo quella tecnologia e a come sarà quella tecnologia tra soli 100 anni: ergo BIGLINO POTREBBE AVERE RAGIONE IN MERITO A QUESTO E A MOLTE ALTRE COSE, ma se volete potete ancora sentirvi liberi di vederci lo spirito di vino ecc. D’altronde i bambini credono ancora oggi a babbo natale (non lo dico in senso offensivo, ma è solo una constatazione), quindi non mi stupisce che possano sorgere ancora dubbi sulla possibilità che si trattasse d’altro e non dello spirito di dio.

    Cordialmente.

    • Un Fan di EL on

      Il massimo rispetto per un ebreo ed ancora di piu’ per un ebreo che conosce l’ebraico.
      Leggo, cerco di assimilare e mi taccio. E’ vero, alcune affermazioni di Biglino sono contestabili. Tuttavia se io affermassi che alla fine la Bibbia ci sta descrivendo la storia di un EL non e’ un EL di misericordia e di amore (a volte anche nei confronti del proprio popolo), che appare come una persona in carne ed ossa, che vive in una tenda appartata, che manda la propria gente a combattere per lui, ma che pero’ pretende ed ottiene la parte migliore del bottino (che Grande !!!), che e’ un tipo spietato, che tutto cio’ che non EL allora sono idoli di pietra, che contratta piuttosto che convincere e quando non riesce a contrattare allora impone e molto altro ancora…allora direi una eresia ??? Una cosa comunque e’ pacifica…questo EL non e’ l’EL dei Cristiani. Se con EL fecero una brutta fine molte tribu’ levitiche del tempo, immaginate cosa sarebbe accaduto a cristiani, buddisti, musulmani etc etc. Su questo argomento Biglino e’ inattaccabile da chiunque.

  16. Prescindo dall’annosa questione di Elohim con significato plurale o singolare. Comunque al singolare è Eloha.

    Credo che l’ipotesi paleoastronautica sostenuta da Biglino et al. ma già negli anni 60 la propugnò G. Macaluso sia rozza e molto controversa. Tuttavia i suoi confutatori non sono per nulla riusciti a dimostrare che YHWH (originariamente YAH?) è il Dio inteso come Essere Supremo. Che fosse un extraterrestre, un’entità interdimensionale, il Demiurgo, un dio minore etc. non è dato sapere, ma, quando si affronta una lingua antica, anche il più inesperto dei glottologi sa che il primo significato è quello concreto. Così il femminile Ruah vale in primo luogo soffio, vento, alito, quindi assume il significato di spirito, ispirazione, soffio vitale… Lo stesso deve valere per kevod. Si pensi al Latino: ad esempio, al lessema virtus, valore, coraggio. Deriva da vir che è l’uomo (il maschio) in carne ed ossa. L’astratto segue sempre il concreto.

  17. Marta Piscitelli on

    TUTTO SAREBBE LOGICO MENTRE CON ALTRE TRADUZIONI E IPOTESI C’E’ UN MARE DA COLMARE OGNI VOLTA ……LA VERITA’ E’ CHE CON L’IPOTESI ALIENA SALTEREBBE OGNI POTERE E DIO BISOGNA CERCARLO ALTROVE….UNO SMACCO MILLENARIO!

  18. Marta Piscitelli on

    anche senza Biglino e Sitchin il Dio raccontato nei testi biblici odora fumo di animali, richiede la decima e una quota dalle conquiste ……..beh non serve aggiungere altro

  19. Mamma mia, mi viene solo da dire una cosa, leggete la bibbia d’a-z e poi decidete da soli, io ci sono riuscito, ancor prima di sentir parlare di Biglino o di altri.., per me una cosa é stata subito evidente, il dio degli Israeliti non mi puo vedere quindi non mi appartiene, ma ci sono molte altre cosette interessanti che ho scoperto semplicemente leggendo, prima una versione cattolica poi una protestante poi ancora una vecchia inizio 900, e infine il corano, voi mi direte ma che cc’àzzecca, leggeteli e lo vedrete da soli é cosi semplice, non avete bisogno che qualqun’altro “interpreti” quoi que ce soit, é finita l’epoca del; solo gli inspirait popossono capire, ciao ciao

  20. Ogni tanto, non mi limito a guardare l’evidenza degli ultimi commenti sulla pagina iniziale, e vado a controllare sui singoli post e scopro che vi sono molti commenti, anche alcuni che chiederebbero risposte da me anche di diversi mesi fa. E’ un peccato perché mi piacerebbe rispondere direttamente, almeno laddove le osservazioni non siano tali da non consentire di supporre la buona fede dell’interlocutore. In ogni caso, rispondo adesso una volta per tutte ad una serie di obiezioni che mi sembrano tutto sommato abbastanza ripetitive.

    1) Credo che sia inutile discutere su ciò che ognuno crede o non crede e dell’idea che si fa di Dio: è chiaro che ciascuno crede a quel che ritiene più consono alle proprie inclinazioni ed alla propria visione del Mondo e discuterne è, a mio avviso, una gran perdita di tempo.

    2) Credo che invece, le persone serie e di buona fede non possano mettere in discussione che:

    2.1. Non tutti gli uomini della terra credono ed hanno creduto ad un mondo fatto di individui: questo lo credono solo gli occidentali ed i popoli fortemente occidentalizzati e neanche da molto tempo. Il concetto stesso di individuo era nello stesso medio evo cristiano (almeno fino al XII sec. ed anche oltre) un mero tecnicismo logico è non corrispondeva per nulla al senso di un uomo concreto (indicato dalle parole homo, vir o, al massimo persona).

    2.2. Chi pretende di aver capito la Bibbia leggendo un testo in italiano e senza avere un minimo di conoscenza della civiltà ebraica antica e medioevale è semplicemente qualcuno che non è in grado di comprendere il problema (non necessariamente per stupidità, ma sicuramente per mancanza di qualsiasi sia pure elementare conoscenza storica ed antropologica seria);

    2.3. Se nonostante questo pretende di leggere la Bibbia e sapere veramente che cosa vuole dire… contento lui, per me va bene, ma non può purtroppo pretendere che lo si prenda sul serio.

    2.4. Si può essere a favore o contro la Chiesa Cattolica, o a favore o contro il Cristianesimo, ma questo non significa dovere credere alle favole.

    2.5. L’ipotesi degli alieni non sarebbe verosimile anche se fosse scritta nella Bibbia a caratteri cubitali e fin dal titolo, per la semplice ragione che è un’ipotesi assurda ed insostenibile (per l’improbabilità evidente che in uno spazio così grande gli alieni arrivino proprio da noi e siano sufficientemente simili a noi per potere con noi interagire e per il fatto che una tecnologia un po’ avanzata come quella che si sarebbe costretti ad immaginare, lascia tracce indelebili come rifiuti radioattivi e di altro tipo, sconvolgimenti sociali e storici, ecc. di cui non si rinviene alcuna traccia.) E’ invece evidente che la moderna superstizione verso ciò che è tecnologico spiega perché ci si immagina che i pretesi “primitivi” cadrebbero in estasi di fronte ai marchingegni similmoderni.

    2.6. In realtà sappiamo bene quali sono le reazioni degli uomini che appartengono ad altre civiltà di fronte a queste cose, perché le abbiamo registrate ad es. in Cina, in India al tempo del colonialismo o nella stessa Europa quando le nuove tecnologie sono state introdotte: un profondo disprezzo, misto qualche volta alla paura giustamente generata, non dalle miracolose macchine, ma dalla crudeltà e dall’atteggiamento predatorio di chi le manovrava.

    2.7. Infine e soprattutto, se anche si volesse dissentire da tutto quello che ho detto sopra (e varrebbe la pena leggersi qualche libro di antropologia o di storia serio, prima di farlo), potrei accettare la discussione, ma continuo a non vedere il motivo di proporre traduzioni maccheroniche per l’ebraico antico al solo fine di sostenere simili tesi.

    Spero di essermi spiegato.

  21. Devo ancora contestare la tesi, peraltro stimolante per la discussione sostenuta da Antonio, purtroppo, più di due mesi fa (continuo a scusarmi ma sono abbastanza sicuro che il suo intervento non era presente in bacheca tutte le volete che mi sono collegato): “il primo significato è quello concreto”. Chiedo: come facciamo a priori a stabilire che cosa è concreto se non partiamo dall’idea che esista una realtà di base uguale per tutti gli uomini della terra in ogni tempo? Non è già questa un’idea etnocentrica? Crede il mio interlocutore che spero possa vedere ancora questa mia replica, che i roveti, per gli antichi ebrei non potessero parlare, come il Roveto ardente di Mosè? O è così presuntuoso da pensare che, a priori, la sua visione delle cose per cui ciò non è assolutamente possibile, sia quella vera e, soprattutto concreta e quella degli antichi una sorta di astrazione? L’antropologo Evans Prichard sosteneva che almeno quando viveva fra gli Azande, non poteva fare a meno di credere sinceramente e seriamente alla magia: dobbiamo pensare che quando si trovava fra quella gente, assumesse esperienze astratte?
    Parlare di concreto, definendolo a priori significa già fare una scelta ideologica e filosofica. Certo è possibile, ed entro certi limiti, anche perfettamente legittimo farlo, a patto però di esserne consapevoli, di essere consapevoli cioè che non si tratta di un problema di traduzione, ma di interpretazione e che questa, infine, è sempre ad un tempo interpretazione della lingua ed interpretazione del Mondo, perché il significato delle parole non può mai essere disgiunto da quello delle cose.

    Così ad es. Cigica, può leggere Ezechiele (in italiano) e pensare che sia evidente la spiegazione di Rael e a me (anche solo tenendo conto del testo in italiano), possono apparire proprio lui e Rael come gli immaginari primitivi che cercano di interpretare ciò che non riescono minimamente a comprendere, e arrivano a vedere in un treno un gigantesco drago nero… Sono punti di vista … e visioni del Mondo…
    Come dice il Chuang Tse, se anche arrivasse un terzo, pure lui avrebbe la sua opinione.

  22. Vorrei fare l’avvocato del diavolo , quel che mi sembra chiaro è che questi 2 termini vogliano spiegare un qualcosa di inspiegabile chiaramente sono molto vicine e DIO e quindi sovrannaturale . Ora supponiamo che queste 2 entità Ruah e Kavod siano allo stesso tempo materia o energia intercambiabile a comando spiegabilissime in maniera fisica e mortale con la teoria fisica di 100 anni fa di Albert Einsten E=mc2. Inserendo la parola LUCE ed ENERGIA che sono sostanzialmente la stessa cosa vediamo cosa succede :

    Per quel che concerne Ruah:

    E lo ha riempito con la luce/energia (ruah) di Dio […] (Esodo xxxv,31)

    E Giosuè, figliolo di Nun, era pieno della luce/energia (ruah) di sapienza […] (Deuteronomio xxxiv,9)

    [Dio disse:] Io spanderò la mia luce/energia (ruah) su ogni carne, ed i tuoi figli e le tue figlie profetizzeranno (Gioele ii,28)

    Prego chiunque di dimostrarmi come i precedenti versi possano essere associati ad un velivolo.

    Per quel che concerne kavod:

    Quant’è vero che io vivo, la terra sarà ripiena della luce/energia (kavod) del Signore (Numeri xiv,21)

    Ecco, il Signore ti ha tenuto alla larga luce/energia (kavod) (Numeri xxiv,11)

    Signore, tu sei la mia luce/energia (kavod) (Salmi iii,3)

    Perché Dio ha incoronato l’uomo con la luce/energia (kavod) ed onore (Salmi viii,5)

    Date al Signore luce/energia (kavod) e potere (Salmi xxix,1)

    Sfere luminose o esseri di luce mai sentiti ?? io vi confido una cosa ho visto un alieno ma non era un essere di luce almeno non in quel momento ma so che si muovono con il teletrasporto e poi ho avuto delle sfere sopra a casa mia…non credo che sti cazzuti siano qui da 10 minuti o qui per caso

    • Gianluca Marletta on

      Sono fenomeni conosciutissimi da tutti i popoli antichi e ignorati dai moderni solo a causa del loro materialismo.
      Si tratta di fenomeni riconducibili ad entità del mondo intermedio (jinn, elementari, ecc.), che spesso possono anche essere piuttosto pericolosi.
      Per capire la natura di certe manifestazioni, bisogna studiare la visione tradizionale della Realtà. Consiglierei le opere di Guenon, Schuon o Coomaraswamy più che Biglino e compagnia…

  23. Gli Elohim come dice Mauro B. sono numerosi. Hanno anche un campo a Mahanaim מַחֲנָיִם – Gen 32.3. Il Kavod è davvero una macchina volante, proprio come il Keroub e il Rwah che hanno rimosso Ezechiele da 3.12 a 15. Il Kavod YHWH è lo stesso di Elohim – Ez 8.4, Ez9.3, Ez10.19, Ez11.22, Ez43. 2, Is 35.2, Ha2.14. Il Sig. Mauro Biglino ha ragione siamo stati fatti da un essere primitivo in più fasi: 1 ° – creazione di mammiferi תַּנִּינִם da rettili תַּנִּינִ o תַּנִּ – aggiunta di una lettera הֶ dal suo DNA alla specie Gn 1.21- Genesi 1.24 ne aggiunge un’altra lettera הֶ, da lui presa (אֱלֹהִים) Con le bestie selvagge c’è il prototipo dell’umano, la lettera N נָ della parola specie minah מִינָהּ – Gen 1:25. Questi passaggi sono stati codificati (contrassegnati) da lettere. E in Genesi 1.26 fa l’uomo naashé נַעֲשֶׂה. Il verbo Bara בָּרָא ha lo stesso significato di Naashé. Vedi su http://www.win.tue.nl/~aeb/natlang/hebrew/hebrew_bible.html
    affinché le lettere tratteggiate studino l’ebraico e comprendano il messaggio nascosto.

    • Uno dei danni più gravi che i libri di Biglino producono è quello di dare una falsa impressione di conoscenza che è ovviamente molto peggiore di una consapevole ignoranza.
      Riguardo al commento qui sopra, occorre riconoscere, innanzitutto, il lodevole sforzo di chi cerca almeno di leggere il testo ebraico in originale per capire di cosa si sta parlando. Sono convinto che sarebbe quella la strada per impedire che possa continuare a dire e propagandare impunemente così tante enormi sciocchezze.
      Tuttavia, non posso fare a meno di notare che “minah” non sono una parola, ma due, e che il gentile commentatore qui sopra dovrebbe approfondire un pochino la propria conoscenza dell’ebraico, prima di trarre conclusioni così nette. Quanto ai verbi di cui si parla, è vero che hanno un significato simile, ma questo non è certo quello di “fare” nel senso di fabbricare qualcosa, quanto quello di “formare”, “dare esistenza separata” che è esattamente quello della tradizione ebraico – cristiana. I verbi, poi, sarebbe meglio coniugarli, o almeno citarli nella forma canonica della terza persona del perfetto, per non dare la sgradevole impressione che non si sia in grado di farlo.
      Sulle affermazioni della prima parte del commento non aggiungo nulla, in quanto si tratta di asserzioni apodittiche senza alcuna argomentazione, su tesi che sono state già ampiamente confutate su questo blog.

      • La parola minah che hai menzionato deriva da min מין, specie. Il verbo bara ברא ha anche lo stesso significato del verbo fare עשׂה. vedere ברא = creare, formare, fabbricare, plasmare, produrre, essere creato, nascere ecc … Diciamo che Elohim fa qualcosa. Mi spiace, sto usando google-traduct e non lo sto rendendo facile. In ogni caso sono della stessa opinione di Mauro Biglino per alcune cose non per tutto, anche lui sbaglia “come su YHWH”, che è il vero Dio e non gli Elohim che sono uomini più anziani e che ci hanno creati. 22/02/21

        • La parola minah non “deriva” da min: semplicemente, è la parola min, con l’aggiunta del suffisso pronominale femminile di terza singolare e significa “la sua specie”.
          Ammesso che il significato di “fabbricare” possa essere attribuito a bara ed ‘ashah, ciò è solo in senso estremamente traslato (una traduzione non letterale, direbbe Biglino); il senso primario è quello di “dare forma” ed anche di “dare esistenza separata”, “intagliare da qualcosa”.

          Il vero problema è che M. Biglino, di cui ormai faccio davvero fatica a continuare a supporre la buona fede, ha a proprio favore solo una cosa: la mentalità ed il modo di “sentire” descritto nella Bibbia è veramente molto diverso da quello moderno, al punto che, per chi non sia in alcun modo avvertito di antropologia, può sembrare “alieno” rispetto al modo di pensare comune attuale.

          Per il resto, si tratta solo di forzature fino all’inimmaginabile, a partire da ipotesi etimologiche dubbie proposte da qualche studioso o di pure e semplici invenzioni.

      • Perfetto, lasciamo -al solito – i fedeli e le genti tutte in una più o meno consapevole ignoranza. La portata di tali affermazioni va ben oltre il sentimento di stupore: possibile che non ve ne rendiate conto? È necessario intendere che esistono profondi conoscitori dell’ebraico anche fra le file dei non credenti, per quanto questo possa infastidire.
        Un buon 50% dei dubbi sollevati dal sig. Biglino sono ininfluenti malintesi, ma l’altra metà merita un approfondimento non solo letterale ma anche dell’approccio umano e filosofico nella lettura dei testi sacri. E non è assolutamente detto che “cada tutto il castello”, anzi potrebbe uscirne ravvivato e più “misericordioso” rispetto alle moltitudini scientemente lasciate nell’ignoranza.

      • Perfetto, lasciamo -al solito – i fedeli e le genti tutte in una più o meno consapevole ignoranza. La portata di tali affermazioni va ben oltre il sentimento di stupore: possibile che non ve ne rendiate conto? È necessario intendere che esistono profondi conoscitori dell’ebraico anche fra le file dei non credenti, per quanto questo possa infastidire.
        Un buon 50% dei dubbi sollevati dal sig. Biglino sono ininfluenti malintesi, ma l’altra metà merita un approfondimento non solo letterale ma anche dell’approccio umano e filosofico nella lettura dei testi sacri. E non è assolutamente detto che “cada tutto il castello”, anzi potrebbe uscirne ravvivato e più “misericordioso” rispetto alle moltitudini scientemente lasciate nell’ignoranza.

  24. Chiedo scusa. La frase: “Sono convinto che sarebbe quella la strada per impedire che possa continuare a dire e propagandare impunemente così tante enormi sciocchezze.” era ovviamente riferita a Biglino.

    • ….ma da qualche parte nella Bibbia non sta scritto” ci furono persone che ospitarono Angeli senza rendersene conto” dunque gli ELhoim erano considerati esseri volanti! ma in carne ed ossa come noi! mangiavano,bevevano e dormivano come noi!il plurale non l’ha inventato Biglino! esiste in Francia da 50 anni la societa’ esoterica degli ELHOIM e tra l’altro hanno tenuto diversi convegni! se non sbaglio non mi ricordo in che anno perfino a BERGAMO ALTA!il ferbo SHERAF sostengono che significhi bruciare…i CHERUBINI sono sostegni per qualche tipo di ASTRONAVE che di giorno si presenta come una colonna di nuvola e di notte come una COLONNA DI FUOCO,titolo del libro di Valentino Compassi anche lui prima dibiglino e SITCHIN ha parlato di SPAZIALI e’ come dici anche tu tutta minestra riscaldata di Paleoastronautica….pero’ mi piace che nella bibbia si insista nel dire che la GLORIAdel signore o il suo KAVOD che dir si voglia..era una nube grigia che di giorno stava sul tabernacolo e di notte illuminava la strada agli ISRAELITI! somiglia tanto agli ufo avvistati anche dagli antichi romani che avevano battezzato TRAVE IGNITAE se non sbaglio,scusa il latino…ma comunque tradotto TRAVI INFUOCATE!ma che bella coincidenza!

      • Purtroppo quando si parla di Angeli, non si intende alla lettera né esseri alati né esseri che che camminano, ma Stati sopraindividuali dell’Essere. Possono essere rappresentati quindi come “volanti” per il fatto che sono trascendenti rispetto alle condizioni nostre di esistenza, oppure come “ospitati”, in quanto la loro Presenza nella nostra realtà si riversa come influenza immanente.
        In effetti Biglino non fa sotto questo aspetto che riprendere temi ampiamente diffusi almeno dagli anni ’70, nella “paleoastronautica”. Ho già avuto modo di elencare le obiezioni a queste idee che sono molto gravi e difficili da contestare. In ogni caso, Biglino pretende di aggiungervi il discorso sulla “traduzione” dall’ebraico ed è lì che si raggiunge il ridicolo. Quella a cui si riferisce è in realtà non una “nube” ma una colonna di nubi che di notte diveniva una colonna di fuoco, che ben difficilmente potrebbe anche geometricamente essere associata ad un ufo che almeno per il momento, non hanno ancora preso a procedere in quella forma, stile tornado.

  25. gastone borgato on

    Signor Anonimo, sono semplicemente affascinato dalle sue argomentazioni. La ringrazio molto.

  26. Sono una persona ignorante, non ho titoli di studio, però mi piace leggere ed ho letto tutti i testi spirituali (se vogliamo chiamarli così, ma in realtà si tratta di cronache, null’altro, ed in essi non esiste alcun DIO)
    Non solo la bibbia e i vari vecchi testamento, nuovo ecc, ma anche i testi induisti, greci ecc.
    Ho quasi 70 anni quindi o avuto o il tempo di leggere con calma, devo dire che le acrobazie dell’autore di questo articolo per cercare di screditare il signor Mauro Biglino, per chi ha letto come me, risultano abbastanza ridicole. Tutti i testi cosiddetti sacri raccontano con dovizia di particolari circa la stessa storia, in modi differenti ma alla sostanza si equivalgono.
    Tratto da ” Il Libro Di Krishna”
    CAPITOLO 76
    L’attacco di Salva alla dinastia Yadu
    Mentre narrava le attività di Sri Krishna nella Sua parte di uomo comune, Sukadeva Gosvami riportò anche l’episodio della battaglia tra la dinastia Yadu e l’asura Salva, che possedeva un’aeronave eccezionale chiamata Saubha. Il re Salva aveva accompagnato il suo grande amico Sisupala come membro della sua scorta quando quest’ultimo era andato da Rukmini, la sua promessa sposa, per celebrare le nozze, e durante la battaglia che ne seguì tra i guerrieri Yadu e i re del campo opposto, Salva era stato sconfitto. Ciò nonostante fece la promessa a tutti i re presenti che un giorno avrebbe sbarazzato il mondo da tutti gli Yadu, e da allora nutrì per Krishna una grande invidia. In realtà, era un pazzo perché aveva promesso di uccidere il Signore Supremo. Nella loro stupidità, questi asura cercano di solito la protezione di un deva come Siva per raggiungere i loro fini, e così fece Salva, che desiderava accrescere la Sua potenza. Si sottopose dunque a rigide austerità, mangiando soltanto un pugno di cenere al giorno. Siva, sposo di Parvati, è sempre molto misericordioso e presto soddisfatto di colui che si sottopone a dure ascesi per ottenere i suoi favori. Così, dopo che Salva ebbe continuato le sue austerità per un anno, Siva, soddisfatto, gli chiese di esprimere un desiderio. E Salva lo implorò di dargli un’aeronave così potente che nessun deva, asura, uomo, Gandharva, Naga o Raksasa potesse distruggerla. Inoltre voleva che quest’aeronave fosse in grado di portarlo ovunque volesse e che fosse particolarmente pericolosa e temibile per la dinastia Yadu. Siva acconsentì subito, e Salva, con l’aiuto dell’asura Maya, si dedicò alla costruzione di quest’aeronave d’acciaio, così robusta che nessuno avrebbe potuto distruggerla. Era una macchina immensa, grande quasi come una città, e poteva volare così in alto e così velocemente che era praticamente impossibile vederla, e quindi attaccarla. Anche nelle tenebre il pilota poteva dirigerla dove voleva. Padrone di un vascello così meraviglioso, Salva si portò su Dvaraka, perché il suo scopo principale era di attaccare la città degli Yadu per i quali nutriva un continuo rancore. Salva non si limitò ad attaccare dal cielo la città di Dvaraka, ma la fece circondare da un gran numero di soldati, che si gettarono subito sui luoghi più belli della città, distruggendo i portali, le alte mura di protezione, i palazzi, e perfino gli specchi d’acqua destinati ai bagni e i luoghi dove i cittadini si riunivano per divertirsi. Mentre la fanteria attaccava, l’aeronave prese a gettare sulla città enormi lastre di roccia, tronchi d’albero, saette, serpenti velenosi e mille altri oggetti pericolosi. Salva provocò anche un vortice di vento così potente che tutta Dvaraka fu immersa nell’oscurità a causa della polvere che copriva il cielo. Il vascello di Salva gettò la città in un’angoscia simile a quella che Tripurasura aveva causato alla Terra molto tempo prima. Gli abitanti di Dvaraka Puri si sentirono così oppressi che non ebbero più un solo istante di pace. I grandi eroi di Dvaraka, condotti da illustri generali come Pradyumna, tentarono di respingere l’attacco dei soldati e la macchina di Salva. Di fronte allo sgomento dei cittadini, Pradyumna radunò i suoi guerrieri e sali sul suo carro, dopo aver rassicurato i cittadini che non avrebbero avuto nulla da temere. A un suo ordine, numerosi combattenti come Satyaki, Carudesna e Samba — i fratelli minori di Pradyumna —, e Akrura, Krtavarma, Bhanuvinda, Gada, Suka e Sarana, grandi guerrieri e tutti capaci di lottare da soli contro migliaia di uomini, uscirono dalla città per battersi contro Salva, armati fino ai denti e assistiti da centinaia di migliaia di combattenti sul carro, e centinaia di migliaia di elefanti, cavalli e fanti. Tra le due parti si accese una lotta accanita, simile a quella che un tempo vide l’uno contro l’altro i deva e gli asura. La lotta fu così violenta che ad osservarla chiunque sentiva i peli rizzarsi sul corpo. Pradyumna dissipò immediatamente gli effetti magici dell’aeronave di Salva, re di Saubha. Grazie alla potenza sovrannaturale di quel vascello Salva aveva provocato tenebre fitte come la notte, ma Pradyumna era apparso all’improvviso come il sole che sorge. E come il sorgere del sole dissipa le tenebre della notte, così l’arrivo di Pradyumna annientò i poteri di Salva. Tutte le frecce di Pradyumna portavano una penna dorata e terminavano con un’affilata punta di ferro. Pradyumna scoccò venticinque di queste frecce e ferì gravemente il primo comandante dell’esercito di Salva, poi ne diresse un centinaio verso Salva stesso, dopodiché trafisse con una freccia ognuno dei guerrieri nemici e uccise i cocchieri con dieci frecce ciascuno. I cavalli, gli elefanti e le altre cavalcature furono abbattute ciascuna con tre frecce. Vedendo questa meravigliosa prodezza di Pradyumna, tutti i soldati dei due campi, e specialmente i grandi guerrieri, presero a elogiare il suo valore. Ma l’aeronave di Salva rimaneva molto misteriosa. Così misteriosa che in alcuni momenti si sarebbe detto che c’erano molti vascelli nel cielo, e in altri momenti neppure uno. A volte era visibile e a volte no: i guerrieri della dinastia Yadu erano perplessi sui movimenti precisi di quella macchina. Ora la scorgevano a terra, ora nel cielo, ora in cima a una montagna e ora che galleggiava sull’acqua. La straordinaria aeronave si muoveva nel cielo come una lucciola nel vento — non restava più di un attimo nello stesso posto. Ma nonostante queste manovre insolite, i generali e i guerrieri della dinastia Yadu si precipitavano ovunque apparisse l’aeronave di Salva e i suoi soldati. Le frecce degli Yadu erano splendenti come il sole e minacciose come lingue di serpenti. Ben presto gli uomini di Salva furono presi dalla disperazione sotto quell’incessante pioggia di frecce, scagliate dagli eroi Yadu, e Salva stesso perse coscienza. Tuttavia, anche l’esercito di Salva dava prova di grande potenza e a sua volta copri di frecce gli eroi Yadu, i quali però, con la loro forza e determinazione, non si mossero dalle loro posizioni strategiche, decisi a vincere o a morire sul campo. Gli Yadu erano fiduciosi che se fossero morti in battaglia avrebbero raggiunto un pianeta celeste, e se fossero usciti vincitori avrebbero goduto del mondo. Il primo comandante di Salva si chiamava Dyuman e possedeva una forza non comune. Benché ferito da Pradyumna con venticinque frecce, si lanciò di scatto su di lui e lo colpi con la sua terribile mazza. Il colpo fu così violento che Pradyumna perse coscienza. Subito si levò un forte clamore: “E’ morto! E’ morto! ” La mazza era scesa sul petto di Pradyumna con una forza tale da sfondare le costole di qualsiasi uomo comune. Il carro di Pradyumna era guidato dal figlio di Daruka. Secondo il codice marziale vedico, chi guida il carro e l’eroe che vi è sopra devono cooperare durante la battaglia; l’auriga deve vegliare sull’eroe nei momenti più difficili e incerti del combattimento. Il figlio di Daruka portò dunque il corpo di Pradyumna lontano dal campo di battaglia. Ma due ore più tardi, in un luogo tranquillo, Pradyumna riprese coscienza e accorgendosi di essere lontano dalle sue truppe, rimproverò il suo auriga con queste parole: “Oh! Che atto abominevole hai commesso! Perché mi hai condotto lontano dal campo di battaglia? Sappi, auriga, che mai ho sentito di un solo guerriero della nostra famiglia sottratto al combattimento. No, nessuno di loro ha mai lasciato il campo nel corso di una battaglia. Con quest’azione tu mi hai oppresso col peso di una grave diffamazione. Mi accuseranno di essere fuggito nel cuore della lotta. Caro auriga, devo accusarti di pusillanimità e di codardia. Dimmi, come potrò presentarmi davanti a mio zio Balarama e a mio padre Krishna? Che cosa racconterò? Tutti diranno di me che ho disertato il campo di battaglia: e se mi chiedono cos’è successo, cosa risponderò? Le mie cognate mi copriranno di sarcasmi: ‘Caro eroe, come hai fatto a diventare così vigliacco? Come ti sei trasformato in eunuco? Come hai potuto cadere così in basso di fronte ai tuoi nemici?’ Mio caro auriga, penso che tu abbia commesso una grave offesa allontanandomi dal campo di battaglia.” Il figlio di Daruka rispose: “Mio caro signore, che tu possa godere di una lunga vita! Non credo di aver commesso errori, perché è dovere dell’auriga aiutare l’eroe che si trova in una situazione precaria. Caro maestro, so che sei perfettamente esperto in battaglia, ma l’auriga e il combattente devono proteggersi a vicenda in caso di pericolo. Non ho dimenticato i principi della lotta, e non ho fatto che il mio dovere. Il nemico ti ha colpito all’improvviso con la mazza, e con tanta violenza che sei svenuto. Eri in pericolo, circondato dai nemici; ho dovuto agire come ho agito.”
    Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sul settantaseiesimo capitolo del Libro di Krishna, intitolato: “L’attacco di Salva alla dinastia Yadu “.

    Ovviamente anche questa è un’allegoria, in buona sostanza i testi vengono “interpretati” e tradotti ad uso e consumo delle varie religioni da furbetti che non fanno altro che tirare acqua al proprio mulino. E una cosa vergognosa, di Biglino ce ne vorrebbero un esercito.

    • Sono costretto a commentare in ritardo questo testo perché lo vedo solo adesso. In ogni caso la conclusione non mi sembra per nulla conseguente al lunghissimo testo citato, a prescindere dal sapere se la traduzione sia corretta o no.

  27. La questione, come spesso accade, non è riferibile alla solo conoscenza o cultura che dir si voglia, la questione è riferita alla fede. Giustamente coloro che credono devono e hanno il diritto di difenderla e di fare “quadrato” ; è la loro fede e quella dei loro padri. È giusto difenderla. D’altra parte chi non ha quella stessa fede e vuole interessarsi allo studio della storia e dei testi antichi e della mitologia che deve fare? Lasciar perdere per non infastidire i credenti? È una possibilità concreta e credo anche nobile, ma sarebbe possibile parlare e confrontarsi anche da un punto di vista logico- sintattico-grammaticale? Ho passato molto tempo a leggere e rileggere i testi sacri p, cercando di confrontare sempre diverse traduzioni, diversi esegeti, diverse fonti, così come ho letto anche i vari apocrifi, che ho trovato interessanti. La traduzione dall’ebraico molto spesso è “interpretativa”, non lo dico io, basta conoscere la lingua o anche solo leggere una decina di traduzioni diverse, andare a vedere quelle tradotte dagli esegeti ebraici, per capire che spesso non è letterale, spesso si segue un concetto che si vuole privilegiare ( magari in buona fede) rispetto ad un altro. Potrei citare tanti esempi e se richiesto lo farò ma per cominciare mi si spieghi in modo semplice perché in Ezechiele 42-4 “ la gloria del Signore entra dalla porta orientale…” che senso ha? Gli autori biblici scrivono in maniera semplice, non sono così cervellotici come si vorrebbe a volte lasciar intendere, chi di noi descriverebbe la gloria in questo modo? È tutto il contesto prima e dopo? L’avvicinamento da lontano, il rumore…? E io non sono affatto sedotto dal signor Biglino, anzi, solo che sono curioso e leggo, leggo tanto, ed effettivamente alcune cose non tornano…
    Non me ne voglia, sappia che ha la mia stima e il mio affetto, solo vorrei poter parlare di traduzioni più fedeli, più letterali, più credibili…

  28. Ezechiele 42-4: “La gloria del Signore entrò dalla porta orientale ( del tempio)”…
    Ha senso? Anche leggendo il contesto prima e dopo? L’avvicinamento da lontano con fragore…?
    Diciamo che potrebbe andare bene anche un qualcosa di materiale, un qualcosa che fisicamente si muove…
    Non me ne voglia, ha la mia stima, solo parliamone senza troppi pregiudizi…
    Un saluto.

  29. Visto che le vedo solo adesso tutti insieme, rispondo in una volta sola alle osservazioni fatte da Elena: mi sembra più semplice.
    Elena sostiene che la traduzione dall’ebraico “spesso è interpretativa”. Il punto è che è sempre interpretativa, come qualsiasi traduzione da qualsiasi lingua umana e particolarmente da una lingua sacra la cui polisemanticità simbolica è portata al massimo livello. Una traduzione “letterale” come la descrive Biglino non può che essere una mistificazione perché, innanzitutto, occorrerebbe stabilire che cosa sia “letterale”, che cosa, cioè, corrisponda al livello di primo significato delle parole. Biglino (probabilmente in mala fede) sfrutta il pregiudizio inconscio del suo pubblico, secondo il quale le parole non possono che indicare in primo luogo la “realtà ordinaria” dei moderni, l’unica vera, possibile e concreta realtà per qualsiasi essere umano di qualsiasi tempo. Basterebbe confrontarsi con qualcuno che non faccia parte dell’attuale “cultura globalizzata” per capire che le cose non stanno affatto così. Presupporre che gli ebrei di 2-3 mila anni fa, dovessero avere le stesse idee sulla realtà di tutti i giorni che hanno gli uomini di oggi, di più, che dovessero avere le loro medesime percezioni del reale, oltre che essere ridicolo sul piano antropologico, è un sottile ingammo sofistico che porta a stupori come quello espresso dalla stessa Elena, di fronte al passo di Ezechiele. Certo, se si pensa che “gloria” possa significare solo: o un oggetto banale di quelli con cui gli uomini di oggi immaginano di avere a che fare ogni giorno, oppure una metafora, visto che nel passo citato, evidentemente non si parla di una metafora, non resta che concludere per l’altra alernativa. Ma è semplice osservare che per gli ebrei, come per qualsiasi popolo che non abbia subito una pesante influenza del modo di pensare moderno, la “presenza divina” è qualcosa di estremamente concreto, il che non significa affatto che sia un’astronave, tanto più che per un uomo che non sia aderente alla suddetta mentalità moderna, qualsiasi macchina di tipo tecnologico, non potrebbe essere in sè che una astrazione come in effetti è anche ai miei occhi. Che poi essa debba passare da un varco orientato secondo i punti cardinali, che rappresenta una “porta celeste” è ovvio. Ma quando dico “ra-ppresenta” occorre tradurre (interpretativamente) dal mio italiano (che non può essere quello dei moderni anche se può sembrarlo) alla lingua italiana parlata oggi, spiegando che essa può rappresentarla soltanto in quanto lo è realmente, molto più di quanto non sia un varco nella costruzione che i moderni a modo loro, possono percepire.
    Quanto al fatto che non solo i “credenti” in una particolare religione (ebraica o cristiana) possano conoscere bene l’ebraico, è qualcosa che mi sembra evidente e comprovato da molteplici esempi. Disgraziatamente per certi fans, costituisce anche uno dei principali argomenti contro Biglino, quando sostiene che nella Bibbia, ci starebbe scritto apertis verbis, di astronavi, ingegneria genetica e di alieni; perché, come ho avuto già modo di osservare in più di un commento, allora non si capirebbe, come, dei molti buoni conoscitori dell’ebraico, non solo non credenti, ma persino apertamente avversi al cristianesimo o all’ebraismo, che vi sono sicuramente stati e vi sono anche in tempi moderni, nessuno si sia mai accorto di una tale sconvolgente evidenza e abbiamo dovuto aspettare un autore che l’ebraico mostra invece di non conoscerlo molto bene, per scoprire una così evidente e letterale verità. Se sostenere che vi sia stata una sorta di congiura del silenzio fra tutti gli ebraisti cristiani o ebrei di ogni tempo è già di oper sè ridocolo e mostra tutta la pochezza di certe ricostruzioni, sostenere che tale congiura avrebbe coinvolto automaticamente qualsiasi conoscitore dell’ebraico che non fosse Biglino si commenta proprio da sè.
    Infine, visto che mi si accusa di voler lasciare i non conoscitori dell’ebraico nell’ignoranza, faccio solo notare che, salvo ispirazione divina, vi è un unico modo per conoscere l’ebraico ed è quello di studiarlo, senza pretendere di conoscerlo bene dopo poche settimane, come ha fatto Biglino, avendo anche l’umiltà di capire che popoli antichi, potevano anche non essere degli stupidi selvaggi inginocchiati di fronte a presunti alieni, ma magari gente che avrebbe molto da insegnarci. Diversamente. ci si potrebbe limitare ad usare il buon senso e, facendo ragionamenti come quello sui traduttori dall’ebraico che ho descritto sopra, capire da sè di fronte a quale operazione di mistificazione ci si trova leggendo i libri di Biglino.

    • Mi scuso per qualche refuso “ingammo” stava ovviamente per “inganno” e all’inizio “tutti” per “tutte”

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