I JINN, LE ENTITA’ DEL MONDO INTERMEDIO: NATURA, FUNZIONE, PERICOLI di Charles Upton (Traduzione di Eduardo Ciampi)

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I Jinn, i fairies dell’Islam e dell’Arabia pre-islamica, corrispondono pressappoco ai daimones greci, forze del piano intermedio, ovvero psichico che una volta servivano da collegamento tra gli dei – gli intelligibili platonici, equivalenti, in termini islamici, ai nomi di Allah – e il mondo materiale. […] A un certo punto, si accentuò la separazione (a motivo della degenerazione ciclica, avrebbe detto Guénon) tra i daimones e gli dei, dopo di che per i daimones non fu più possibile trasferire le preghiere degli uomini ai mondi superiori […], una divisione che nella dottrina islamica è rispecchiata nel fatto che alcuni jinn sono muslim (ossia credenti), mentre altri sono miscredenti. […]

Gli dei pagani cominciarono a essere progressivamente trasformati in demoni, o meglio essere sostituiti da demoni, infatti i demoni essendo daimones mascherati da déi, tendono a credere (come gli arconti gnostici) di essere déi. […]

Nell’Islam, i Jinn vengono spesso considerati una razza che abitò la terra prima della creazione dell’umanità. Ma se le cose fossero così, che cosa sono ora? Essi sono considerati associati, sebbene in modo invisibile, a certe specifiche aree geografiche, nel senso quindi che sono ancora qui sulla terra assieme agli uomini.

[…] Una leggenda islamica racconta che vi fu una guerra tra gli Angeli e i Jinn, prima della creazione dell’uomo sulla terra e che gli Angeli ne uscirono vittoriosi. […] I Jinn sono considerati mortali, sebbene vivano per un periodo di tempo molto lungo; assomigliano quindi alla versione buddhista dei Deva che all’idea medievale cristiana dei fairies, che venivano appunto definiti come Longaevi. […] Probabilmente i Jinn sono soltanto ‘gusci’ psichici di una precedente razza di déi, qualcosa di simile alle quippoth della Cabala. Tuttavia, questi esseri non vengono presentati come semplici fantasmi o spettri; appaiono come esseri individuali consapevoli. Inoltre, secondo il Corano, i Jinn, come gli esseri umani, possiedono libera volontà; di conseguenza devono necessariamente conservare un qualche contatto, per quanto debole, con il dominio Spirituale. […]

Come tutti gli esseri immortali, finché non sono decaduti, i daimones nella loro precedente déi-formità, erano immortali solo attraverso la partecipazione all’immortalità e all’eternità di Dio; una volta che tale partecipazione viene meno, una volta che la connessione è interrotta, esso diventarono gioco forza mortali, per far sì che possa venire restaurata – proprio come l’umanità decaduta non può mantenere quell’immortalità del corpo e dell’anima goduta da Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden, ma può soltanto aspirarvi in uno stato postumo. […]

I Jinn sono fisicamente più potenti dell’umanità ‘media’ a causa della loro discesa da una superiore era precedente, ma in termini spirituali essi non sono altro che dei diseredati. […] Ora, nel loro stato decaduto, non sono stati capaci di mantenere altro che il fantasma della loro funzione precedente, e ciò soltanto attraverso il furto; la loro tendenza a ‘rubare’ l’intelligenza dai mondi celesti è peraltro strettamente paragonabile a quella del mito greco del Titano Prometeo che ruba il fuoco a Zeus. Nel momento in cui Dio offrì la Fiducia all’uomo essi dovettero abbandonare la speranza di tornare alla loro precedente gloria, a quell’epoca anteriore in cui erano degni della Fiducia, e accettare il loro stato subordinato. Ma non tutti i Jinn accettarono tale ‘umiliazione’. Il Corano racconta che quando agli Angeli, nel mondo celeste, venne ordinato di inchinarsi dinnanzi alla Sua creazione sulla terra, Iblis […] si rifiutò; e come punizione fu esiliato dal Paradiso, diventando Shaytan – proprio come Lucifero, nella tradizione cristiana, divenne Satana dopo la caduta – e in seguito divenne capo di quei kafir (infedeli)[…] I Jinn kafir vengono chiaramente identificati come diavoli, o demoni.

La tendenza cristiana, a ritrarre tutti gli abitanti del piano intermedio, tutte le ‘Potenze dell’Aria’ come demoni, è estrema e non propriamente esatta, tuttavia risulta saggia dal punto di vista di una direzione spirituale: non tutti i pesci presenti un un’area infestata da squali sono degli squali, ma questo non significa che si possa nuotare impunemente in tali acque. […] Se tutti gli uomini dovessero glorificare i Jinn, assieme al loro re Iblis, ecco che l’umanità abbandonerebbe la Fiducia, lasciandola ai Jinn, come nella precedente era del mondo: il che è l’essenza dell’impossibilità e della distruzione, sia per l’uomo che per la terra. […]

I Jinn, gli Jötun, gli Asura, i Titani, sono essenzialmente forze psichiche. Nella misura in cui sono individui consapevoli con libera volontà, essi possiedono anche spirito, ma la loro funzione in questa epoca è interamente sul piano psichico; la funzione spirituale della Fiducia è passata all’uomo.

Dovrebbe essere almeno virtualmente possibile per ogni essere umano perfettamente sottomesso a Dio avere assoluto potere sui Jinn e ciò di fatto accadeva in tempi passati (ad esempio per Salomone); persino alcuni sciamani nordamericani hanno ancora questa abilità, o l’avevano fino a poco tempo fa per influenzare le condizioni meteorologiche, il che indicava potere sugli spiriti elementali che formano una particolare classe di Jinn.

L’intento dei Jinn è di produrre contraffazioni psichiche della dottrina e della pratica religiosa, per trascinare tutte le autentiche tradizioni spirituali a livello psichico dove la magia e altre ‘tecnologie psichiche’ rimpiazzeranno i sacramenti e le teurgie contemplative fornite da Dio all’umanità come vie che possano ricondurre a Lui.”

(Charkes Upton, Vectors of the Counter-Initiation, Sophia Perennis, 2012; traduzione di Eduardo Ciampi)

 

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3 commenti

  1. Trattare della modalità sottile in una realtà biologica, culturale, sociale e storica come quella odierna presenta non poche difficoltà e le interazioni di questo argomento con la mentalità corrente risultano alquanto curiose. Ciò che più di ogni altra cosa è qui curioso e che gli uomini di oggi, che, come ogni essere vivente, hanno a che fare quotidianamente con il mondo sottile, semplicemente perché avvertono nella loro mente forme puramente sottili come i loro pensieri, sotto forma di immagini, suoni mentali e parole (se ne può trarre la prova, oltre che intervistandoli, dal semplice esame di prodotti del tutto correnti, come i fumetti) ed ancora più semplicemente, perché percepiscono la realtà corporea nella sua forma composita sottile/grossolana, cioè come, suoni, colori, odori, sapori, ecc., negano nel medesimo tempo la realtà di tutte queste cose, pretendendo di potere ridurle a quel che le si accompagna (di solito, ma non sempre) nel corpo cioè ai processi neuronali e cerebrali.
    Si potrebbero trarre da ciò interessanti considerazioni sullo strano rapporto che questo tipo umano ha con l’”esperienza” che tanto decanta e che cosa, con tale termine realmente si significhi.

    In ogni caso, se quel che gli uomini di oggi credono fosse vero, se, cioè, tutte le cose sopra menzionate, pensieri, senzazioni, solo mentali e non, la stessa mente, e la stessa coscienza, non fossero che neuroni e materia cerebrale, o al più, queste due cose nel loro funzionamento, allora tanto varrebbe sopprimere semplicemente i termini che le significano, come “pensiero”, “suono”, “colore”, ecc., che non indicherebbero più veramente niente e, chiamando le cose con il loro nome, parlare di “neuroni o zone del cervello in funzione”, di questo o di quell’altro tipo.

    Poiché, però, le cose non stanno così, gli uomini di oggi vivono in una sorta di realtà bipolare, dove, da un lato, continuano ad avere pensieri e sperimentare suoni, colori ed altre sensazioni, mentali o su base corporea, e a comportarsi di conseguenza, mentre, dall’altro, rimangono convinti che tutto questo non esista e che tutto ciò che esiste è unicamente quello che, direttamente non sperimentano affatto, ma gli può essere rivelato soltanto dalle macchine.

    Il risultato di tutto questo è estremamente paradossale, perché quello che avviene è che, in questo modo, essi separano quasi totalmente il loro pensiero e le loro sensazioni dalla percezione diretta della controparte corporea, rappresentandosele subcoscientemente in una ricostruzione del tutto immaginaria.

    Vivono perciò, quasi costantemente in uno stato molto simile alla trance ipnotica (M. della Luna, P. Cioni, Neuroschiavi, Cesena, 2016, pp. 61- 65; J. Jaynes, The Origin of consciousness in the break-down of bicameral mind, Boston e New York 2000, pp. 22- 44: le tesi di fondo del secondo saggio, non possono assolutamente essere da me condivise; ciò nulla toglie al valore delle allegazioni che l’autore, nel cercare di sostenerle, fa nel primo capitolo del suo libro, qui citato), caratterizzato da una forte preponderanza di componenti sottili quasi completamente (completamente, nella nostra modalità di esistenza, non sarebbe possibile) separate da ogni elemento corporeo. Vivono, dunque, in questo stato, molto prossimo al sogno, quasi del tutto immerso nella modalità sottile di cui però non riconoscono l’esistenza! Si tratta di una condizione che a sua volta li predispone al contatto con una gran quantità di altre cose (del mondo sottile) di cui non hanno alcuna consapevolezza …

    E’ chiaro che, in tali condizioni, diventa per loro difficile comprendere alcune cose.

    1) Ad es., che nella modalità corporea, il contatto con le realtà sottili è sempre mediato da elementi corporei e che, per converso, tutti gli elementi corporei comportano la mediazione ed il contatto con elementi sottili;

    2) che esistono molti piani della stessa modalità corporea, diversamente qualificati dalla loro commistione con diverse parti delle modalità sottile e dalla preponderanza dell’una o dell’altra di queste;

    3) che non si devono confondere, gli esseri che fanno parte di modalità sottili, più o meno in diretta comunicazione con la nostra corporea (più precisamente sottile/corporea), come i jinn, con ciò che nel folklore e nel mito rappresenta invece la realtà dei piani attualmente quiescenti della modalità corporea, o, in senso ancora più ristretto, di ambiti del piano di manifestazione attualmente prevalente, ma non ordinariamente percepibili per via del particolare stato della mentalità corrente;

    4) che ancora più difficile è poi, in questa prospettiva, orientarsi nella immensa varietà del mondo sottile e distinguere fra le modalità superiori ed inferiori a quella corporea, comprenderne i limiti ed anche i pericoli.

    Tuttavia, al netto di tutto questo, in ragione di quanto ho esposto all’inizio, mi sembra che la parte più temibile della realtà sottile per gli uomini di oggi, rispetto alla quale dovrebbero essere messi in guardia, è quella con cui vengono in contatto quotidianamente, senza saperlo.

  2. Sembra proprio che questo blog sia ormai “morto”. E’ un peccato, tutto sommato, perché lo trovavo interessante. Mi chiedo il perché di questo abbandono che coincide curiosamente con un fenomeno parallelo nel blog di Enzo Pennetta che nell’ultimo anno ha ricevuto un solo post, da quello che ho capito, per un collegamento automatico sui social o qualcosa del genere. Certo il titolare ha tutto il diritto di non interessarsi più al blog, ma la mia curiosità, mi porta comunque ad interrogarmi su questa improvvisa chiusura “informale”. Preponderanza dei “social”? Semplice coincidenza? Un peccato, comunque, perché i blog hanno un grado di controllo del potere dell’ ombra pervadente in Occidente, comunque inferiore rispetto ai social.

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